Regia di Giuseppe Taffarel vedi scheda film
un uomo chinato tra le rocce o tra i resti di trincee sulle dolomiti, cerca i resti del padre disperso, morto in guerra. guarda la telecamera, guarda taffarel e la troupe che lo sta riprendendo, e guarda anche gli spettatori; guarda noi che lo stiamo guardando. taffarel interviene sulla parte documentaria del film con mezzi di finzione. fa interagire le voci dei doppiatori che interpretano l'uomo, sua madre e suo padre. un uomo ritenuto pazzo, poichè tutti gli anni all'arrivo del disgelo e della bella stagione, sale sulle montagne e cerca suo padre. lo ha promesso a sua madre sul letto di morta, consumata dal crepacuore. nella sua sposmodca ricerca della medagletta identificativa, l'uomo raccoglie tracce di quelle battaglie; scarpe, brandelli di giacche, frammenti metallici, elmetti e teschi. li porta a casa e li ordina in una credenza. il tempo passa, anche lui invecchia e l'impresa diventa sempre più una fola di paese, una leggenda o una storia da portare a futura memoria sull'eredità di una guerra.
il protagonista di questa storia è ben consapevole che le montagne sono troppo grandi e che lui poco può fare per rendere fede alla promessa fatta alla madre. per ricercare i resti del padre e dar loro degna sepoltura, l'uomo non si è sposato e non ha voluto figli per non darli in pasto ad una guerra. hanno avuto il padre, non avranno i suoi figli. il lieto fine non ci sarà, perchè non ci potrà essere. non può esserci un fine lieto alla storia di un uomo che deve scavare tra le vestigia di una guerra che ha mietuto milioni di vittime. ci può solo essere una telecamera attenta e rispettosa che documenti le azioni apparentemente insensate di un uomo che ha dato la sua esistenza per cercare di aggiustare una delle tante storture di una disumana carneficina.
INDISPENSABILE
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