Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
I fantasmi del passato perseguitano la rispettabilità di un nucleo di persone dell'alta borghesia toscana. Quali malinconici ed inquietanti segreti sono nascosti tra le mura del Palazzo di Famiglia?
Quali inquietanti segreti nascondono le mura del palazzo toscano di una ricca famiglia di collezionisti di reperti etruschi, nel quale è tornata, dopo tanti anni, l'ultima discendente, Sandra, assieme ad Andrew, il marito, in occasione della donazione al comune dell'enorme parco da intitolare alla memoria del padre, uno scienziato ebreo morto in un campo di concentramento nazista? E quale mistero accompagna la follia della madre, internata in una casa di cura, che odia i figli accusandoli di una perversa tara ereditaria che avrebbero ereditato dal padre? Quale legame morboso lega Sandra a Gianni, il fratello? E perché il patrigno, avvocato che ha sempre amministrato la loro ricca proprietà, odierebbe i due ragazzi? E qual è il mistero sulla morte del loro padre, che i figli addirittura pensano sia stato denunciato, ai nazisti, dalla madre e dall'amante, ora patrigno, per sposarsi in seconde nozze? Forse il romanzo che sta per pubblicare Gianni, intitolato "Vaghe stelle dell'orsa" perché utilizza in senso metaforico alcuni passi della poesia "Le Ricordanze" di Giacomo Leopardi, potrebbe chiarire almeno una parte di questi misteri. Ma la sorella ha orrore del contenuto... perché?
Il grande Luchino Visconti continua il suo percorso artistico sulla figura della famiglia e, in questo frangente, utilizza un canovaccio da thriller malinconico per esaltare gli argomenti "scheletri nell'armadio" e "ritratto di borghesia in nero". Dramma borghese o giallo inquietante? Forse la risposta non c'è e il finale non aiuta ma alimenta ancora di più malessere nello spettatore perché lascia il mistero in bilico, dopo averci fatto entrare come comparse nel dramma di una famiglia vittima di un'Italia da poco uscita da un periodo orribile ma forse ancora aperto, ma questa non è una nota negativa sul giudizio finale perché, probabilmente, queste erano le intenzioni del regista. Girato a Volterra, con ben visibili le tracce etrusche ancora presenti in città, il Palazzo Mediceo e Palazzo Inghirami, location principale, che nella finzione scenica è l'abitazione di famiglia, gli interni però sono quelli di Palazzo Incontri-Viti (info a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico), tecnicamente somigliante ad una ghost story, per rendere l'idea dei "fantasmi del passato" ed uscito in sala col divieto ai minori di 18 anni, probabilmente per il contenuto morale degli argomenti trattati più per quello che, in effetti, viene visivamente mostrato. Un gran bel film!
Recensione di Davide Lingua da Verolengo, Dizionario del Turismo Cinematografico, Wikipedia.
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