Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Un colonnello vede espugnato il forte che difendeva; i suoi superiori lo giudicano ingiustamente traditore e lo sbattono in carcere. Ma l'uomo evade e decide di farsi giustizia da sè: riprenderà il forte, contando su un manipolo di canaglie, banditi, condannati in fuga.
Opera epica realizzata con un buon budget, qualche idea interessante e un cast internazionale; Valerii d'altronde era stato diligente studente alla scuola di Sergio Leone, avendo partecipato come assistente alla regia sui set di Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più. Che lo spaghetti western fosse il suo genere, poi, era risultato chiaro già nel 1967 all'uscita de I giorni dell'ira, premiato da un discreto successo di pubblico. Qui il Nostro sfrutta, oltre ai divi stranieri James Coburn e Telly Savalas, una maschera della nascente commedia quale è Bud Spencer, che offre una sfumatura di ironia (forse talvolta eccessiva) a una storia altrimenti fin troppo seria; curiosamente (e forse volutamente) nel successivo Il mio nome è Nessuno (1973), Valerii dirigerà l'altra metà della coppia d'oro del western-commedia, cioè Terence Hill. Sceneggiatura firmata dal regista, da Ernesto Gastaldi e da Rafael Azcona: la mano dei professionisti si avverte; personaggi ben definiti, qualche battuta memorabile (vedasi lo scambio conclusivo), un andamento ben assestato, ritmato a dovere, per l'appunto degno dell'aggettivo epico. Nel cast anche Ugo Fangareggi, Georges Geret, Josè Suarez; non male la colonna sonora di Riz Ortolani. 5/10.
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