Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film
A 75 anni Campogalliani stava per dare l'addio al cinema dopo quasi mezzo secolo di attività dietro la macchina da presa; fra i suoi ultimi lavori, arrivò a dirigere anche qualche peplum, a partire proprio da questo Maciste nella valle dei re. Come è noto, queste pellicole venivano realizzate frettolosamente con 'materiali di scarto' o di riciclo (cioè costumi, scene e attori già sfruttati per altri, analoghi film nelle settimane o nei mesi precedenti/contemporanei); non fa certo eccezione questo lavoruccio la cui sceneggiatura di Oreste Biancoli ed Ennio De Concini fa acqua da tutte le parti e le cui attrazioni principali sono - come il genere imponeva - i muscoli del protagonista, le scene di azione/lotta e le bellezze femminili simil-esotiche. Il nerboruto interprete del caso è Mark Forest, qui citato come Forrest nei titoli, che dividerà la sua breve ma intensa carriera (una dozzina di film da qui a cinque anni) fra ruoli di Ercole e ruoli di Maciste; fra le attrici spiccano invece i nomi di Chelo Alonso, la co-protagonista, e di Vira Silenti; altri volti degni di nota nel cast non compaiono. A (s)qualificare il lavoro per ciò che realmente è, basti vedere la scena in cui Maciste sposta un blocco di parete di pietra con una mano sola senza perdere una goccia di sudore, nè tantomeno impegnare i muscoli nel braccio. Nonostante tutto ciò, simili pellicole ai tempi raccoglievano sufficiente consenso al botteghino da generare vere e proprie saghe; quella di Maciste parte proprio da qui. 2,5/10.
La regina di Persia usurpa il trono d'Egitto; a ripristinare il regno del giusto erede ci pensa il forzuto Maciste, benvoluto dal popolo e malvisto dai cortigiani arrivisti.
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