Regia di Dominique Rocher vedi scheda film
Incursione francese nel "survival horror", direttamente dalla capitale, una Parigi silenziosa e spettrale, uno dei punti di più suggestione del film. Di base c'è la solita apocalisse, di cui non si spiega nulla, succede e basta. Tutto molto semplice, da sbadiglio, solo che questa volta capita dopo un party di gggiovani bene, da cui si salva solo il tizio più solitario, che risvegliatosi la mattina successiva chiuso in una stanza, scopre d'essere rimasto solo, in un grande palazzo tipicamente parigino, più o meno assediato da esseri umani che lo vogliono per colazione. Altro sbadiglio. "La notte che si è divorata il mondo", (che bel titolo!), s'appoggia sulla franchigia di Matheson e del suo "Io Sono Leggenda", ovvero l'uomo solo che deve affrontare lunghe giornate di pura sopravvivenza, fra cibo in scatola, "pulizia etnica" dei vari appartamenti, malinconie. Una bella tensione iniziale lascia ben sperare fino a quando, inevitabilmente, non si sa più cosa inventare e il film s'affloscia in un mutismo pseudo filosofico, (i dialoghi surreali con il "morsicante" chiuso nell'ascensore), e in una ripetizione già vista cento altre volte, solo che qui, il tutto, ha quel tocco francese, che lo rende quasi "nouvelle vague con zombi". Tutto fila via silenziosamente e quasi senza colpo ferire, fino a un gesto francamente assurdo del protagonista, (vabbé, c'è da capirlo, poraccio), che scatena un po' d'azione, ma ormai siamo quasi ai titoli di coda e tanto fa. Un film solo discreto, giusto per gli appassionati del genere, come me, che prova a fare qualcosa di diverso ma finisce per non inventare davvero nulla di nuovo.
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