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La notte ha divorato il mondo

Regia di Dominique Rocher vedi scheda film

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La recensione su La notte ha divorato il mondo

di simonebulleri
7 stelle

Parigi, 2018. Quando si risveglia nell'appartamento della sua ex, dove il giorno prima si è tenuta una festa, Sam si trova da solo con le strade infestate dai morti viventi.
Sarà l'unico a essere scampato alla pandemia?
C'avete fatto caso? I film horror o hanno un titolo corto, secco (Shining, Midsommar, La Casa) oppure molto lungo (Non si deve profanare il sonno dei morti, ...E vivrai nel terrore. L'aldilà), se il titolo è anche poetico come La Nuit a Dévoré le Monde o A Girl Walks Home Alone at Night state certi che il film sarà anche valido.
O per lo meno tenterà di dire qualcosa di diverso.
Questo film tenta, infatti, nuove vie d'espressione nel film di genere.
Innanzitutto la location prestigiosa, a nostra memoria è la prima volta che vediamo gli zombie a Parigi. Poi, la recitazione è curatissima, si regge tutta sulle spalle del bravissimo Anders Danielsen Lie, norvegese in trasferta francese con qualche buon titolo già all'attivo (segno che sceglie con cura i film da fare, e dove farli), che nell'arco del film compie una vera e propria metamorfosi espressiva e fisica; tale che alla fine è quasi irriconoscibile. La cantante persiana Golshifteh Farahani lo aiuta, seppur per un breve tratto, illuminando il tutto con una procacità solare, veramente ipnotica. Come altrettanto ipnotica è la prova strepitosa tutta en mime di Denis Lavant, che riesce con la sua maschera a essere iper comunicativo solo digrignando i denti (e - per essere memorabili come zombie - bisogna essere davvero eccezionali).
La sceneggiatura del regista, scritta con Guillaume Lemans e Jérémie Guez, è asciutta, minimal e rifugge scientemente ogni banalità.
Stesso discorso per la musica di David Gubitsch che sfrutta anche la capacità musicale del protagonista sia per creare momenti di rigenerante levitas sia per sottolineare lo smarrimento totale.
Stupenda la fotografia di Jordane Chouzenoux che ammanta tutta Parigi di una soffocante luce biancastra.
Un film da meditazione, che sembra voler tornare al messaggio primigenio e sociale di George A. Romero.
Astenersi fan di Zack Snyder.
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