Regia di Albert Cardiff (Alberto Cardone) vedi scheda film
Un rigido film della fase ancora pura e dignitosa dello spaghetti-western. Gli attori non sono di certo il meglio che c’è sulla piazza, ma i volti di questo tipo di western sono proprio questi...Clint Eastwood insegna.
Antonio Cardone firma una bella storia con un motivo sempre accattivante, e qui anche trattato bene: un padre (Anthony Steffem/Antonio De Teffe) vuole vendicare la moglie uccisa, e ritrovare il figlio che l’assassino gli ha rapito quando aveva ancora due anni. Ora, il figlio Jerry (Roberto Miali) lavora per il cattivo padre putativo (Fernando Sancho) ed è diventato pure lui parecchio crudele. Il Jerry Ashley interpretato da Miali non è di certo un Piero Lulli o meglio ancora un Klaus Kinski, ma le efferatezze di cui si macchia lo sputano direttamente tra i cattivi più cinici e meno sfumati del panorama western italiano. Ucciderà a sangue freddo per una donna, ammazzerà la ragazza con cui amoreggiava (se stava innamorando non lo sappiamo...), fino addirittura ad uccidere quella che fino a due istanti prima credeva fosse sua madre. Finalmente arriva il duello finale. Dopo aver eliminato il grasso bandito messicano (un Sancho mai stanco) con una scazzottata sanguinante, il Johnny Ashley-padre viene a sapere che il killer Jerry, è proprio il suo Jerry! Non vuole ucciderlo, ma nella collutazione, muorirà ugualmente senza sapere che il suo avversario era proprio il vero padre.
Bellissimo questo finale, non solo per il motivo che porta, quello di padre e figlio uno contro l’altro inconsapevoli, ma anche per la creazione scenica, in cui un paese svuotato di tutti, bagnato da una pioggia torrenziale e infangato in ogni angolo, diventa il teatro ideale per una vera e drammatica tragedia. Quale è.
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