Regia di Albert Cardiff (Alberto Cardone) vedi scheda film
Albert Cardiff (cioè Alberto Cardone) girò in un paio di anni una trilogia di spaghetti western che tale è solo nei titoli; partito con questo Sette dollari sul rosso, diresse quindi Mille dollari sul nero e infine Ventimila dollari sul sette. Le tre storie non hanno però nulla da spartire l'una con l'altra e anche gli interpreti variano quasi completamente da film a film; il livello medio è decisamente basso e solo il terzo capitolo risulterà - nei limiti del possibile - di qualche interesse. I limiti del possibile sono quelli dettati dalla consueta produzione italo-spagnola (stratagemma molto in voga in quel periodo, specie per il western), decisamente poco spendacciona e incapace di mettere in campo volti e nomi di maggior risalto di quelli di Anthony Steffen, Fernando Sancho ed Elisa Montes. Tutti frequentatori del 'genere' e soprattutto dello spaghetti, ma chiaramente nessuno capace di richiamare attenzione o anche soltanto di lasciare un segno sullo schermo; anche il cast tecnico è composto da seconde linee sapientemente scelte a metà fra italiani e spagnoli. L'unico collaboratore da salvare è Francesco De Masi per la colonna sonora; la sceneggiatura non manca di banalità ormai ritrite (anche solo l'espediente della vendetta personale è seriamente abusato già nel 1966, a due anni appena dall'esplosione dello spaghetti western) ed è firmata - sempre seguendo i criteri di lottizzazione sopra citati - da Arnaldo Francolini, Juan Cobos e Melchiade Coletti. Un mucchietto di tanta azione e poca fantasia. 2/10.
Da anni Johnny dà la caccia all'uomo che l'ha reso vedovo, rapendogli per giunta il figlio. Il bambino però nel frattempo è cresciuto e, non sapendo chi sia il suo vero padre, è diventato un fuorilegge senza scrupoli.
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