Regia di Richard Thorpe vedi scheda film
Un giovane uomo viziato dal padre combina un bel po' di guai.
E' un western non eccezionale, ma dove tutto fila liscio e con dignità. E' insomma un buon prodotto medio, che con umiltà ha le sue cose da dire.
I temi principali sono secondo me due. Uno è l'America puritana e spietata, dove c'è chi condanna senza appello e chi invoca una vendetta per la quale è disposto a tutto. Tutto ciò è incarnato dalla ragazza madre, ostracizzata dagli abitanti del paese e angustiata dai suoi fratelli, che cercano il padre del bambino per ucciderlo anche se lei li implora di lasciar perdere. L'altro tema è quello di un concetto di educazione sbagliato, che porta a giustificare e a coprire gli errori nella speranza che la persona si ravveda da sola. E' questo il caso del personaggio di Robert Walker, che è il secondo attore ma la figura più importante nell'economia del film. Forse perché orfano di madre, suo padre è sempre stato molto indulgente con lui, quasi per compensarlo della perdita, e ha lasciato correre comportamenti che andavano bruciati sul nascere. Per questo il ragazzo ne combina sempre di peggiori, senza prendersi mai le sue responsabilità, perché c'è sempre chi ripara le sue malefatte dietro di lui. In un crescendo negativo, arriverà infine a truffare nel modo più vile il fratello adottivo e il padre stesso. La presa di coscienza del padre quanto ai suoi errori sarà tardiva.
Burt Lancaster dà la sua solita grande prova, facendo vedere sul suo volto molte sfumature dell'anima nelle varie situazioni. Anche gli altri attori fanno il loro dovere.
In generale, è un cinema sincero e ispirato, con un messaggio positivo, di cui oggi si sente la mancanza.
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