Regia di John Carpenter vedi scheda film
Film horror di forti impatto, atmosfera e contenuti. Un investigatore privato, rinchiuso nella cella di un ospedale psichiatrico, racconta la sua storia. E' assunto da un editore per rintracciare un famoso scrittore di romanzi horror, le cui opere, ricercate morbosamente, generano sovente episodi di follia tra i lettori. Lo scrittore, che non dà da qualche tempo più notizie di sè, è cercato nella misteriosa località di Hobb's End, luogo ove era stato precedentemente ambientato un romanzo. Qui il protagonista, inizialmente scettico, scopre che quanto era stato narrato dallo scrittore accade veramente, ed egli stesso è personaggio del libro, ed involontario strumento di una forza maligna che sta per diffondersi nel mondo. Compreso ciò, perde la ragione. La vicenda inizialmente è confusa; il filo conduttore è nitido, ma non tutto è chiaramente spiegato, ma la bravura della regìa è proprio in questo: ogni dubbio, ogni "sbavatura" nella narrazione porta a dubbi che fanno propendere lo spettatore per le ipotesi più macabre. Nella prima parte del racconto non è chiaro se gli eventi sovrannaturali che si verificano siano "reali" oppure no - del resto, la voce narrante è quella di un paziente psichiatrico; nella seconda, il regista delinea il preciso disegno di presenze maligne dai contorni "lovecraftiani" che riemergono da un remoto passato tramite l'opera di uno scrittore. In ciò troviamo anche riferimenti al tema sociale del controllo delle masse. Lo scrittore, tramite il suo lavoro, "materializza" una località, ed attrae nel vortice di follia ed orrore alcune persone coinvolte nella propria attività, rendendole strumento di morte. Tramite la lettura del libro, e la visione del film tratto da esso, il male si diffonde nel mondo. Ottima atmosfera, con un uso moderato e ben dosato di effetti speciali ed un nutrito "bestiario" tipicamente horror. Accette, catene, croci rovesciate, bambini deformi, apparizioni e sparizioni improvvise, persone invasate, una lugubre chiesa sconsacrata, etc.; i colpi di scena non sono molti, e la conclusione è praticamente evidente sin dall'inizio del film. L'attore protagonista è molto bravo. Il personaggio che interpreta "nasce" scettico e si rapporta all'evoluzione della vicenda facendo scudo con la propria razionalità contro gli orrori che vede, fino ad un "punto di rottura", quando, con quella medesima razionalità, accetta la realtà del male; ed alla conclusione, quando precipita definitivamente nella pazzia. Peccato per la trasposizione in italiano del titolo del film. "Il seme della follia" ha senso in quanto è raccontato l'ingresso del male nel nostro mondo, ma "Nelle fauci della follia" sarebbe stato maggiormente in linea con le intenzioni del regista.
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