Regia di John Carpenter vedi scheda film
Carpenter dirige un'opera visionaria nella quale sonda la mente umana frastornata tra realtà e finzione sempre più indistinguibili. Il regista conduce lo spettatore ad un ragionamento, una riflessione propria sul racconto , sia in chiave cinematografica che in quella narrativa. Insegna all'esserne distaccato, critico, da non prendere troppo sul serio quello che si legge, quello che si osserva o ci viene fatto vedere, in altre parole non fare dei narratori dei religiosi da seguire o da imitare.
Per fare questo prende ad esempio lo sventurato investigatore assicurativo John Trent che manipola con maestria in un film particolare ed insolito dove però pecca in presunzione e mette troppa carne al fuoco. Un racconto in flashback diviso in due tempi: il primo, più descrittivo ed interessante. Il secondo, quello dell'arrivo nel paese di Hobb's End, più immaginario e delirante, a mio gusto invece prolisso e tedioso, con troppi mostri viscidi e zombi che gli fanno perdere originalità, così come l'ambientazione di Hobb's End che è un chiaro riferimento a Castle Rock, la cittadina immaginaria inventata dello scrittore Stephen King. Questi difetti pregiudicano la seconda parte del film non facendo mai decollare la tensione, scivolando invece in una noia che si conclude con la parte più riflessiva del finale di un film che per il resto è ben congegnato e che si fa apprezzare più come thriller parapsicologico che come horror. Buona invece la prova di Sam Neill nella parte dell'investigatore privato, un volto adatto per il personaggio razionale che non vuole cedere alla follia.
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