Regia di John Carpenter vedi scheda film
La dimensione onirica si interpone a quella reale attraverso sfumature diverse che vanno dall'ossessione all'incubo alla pazzia, quasi a voler abbracciare tutte le possibili aberrazioni della mente. L'angoscia è palpabile e ben sottolineata dalla colonna sonora curata, nemmeno a dirlo, dallo stesso Carpenter. Tolto l'effetto intrattenimento, resta spazio per considerazioni di più ampio respiro legate al potere della suggestione e dell'effetto che può avere sulla massa ed all'ambito metafisico in cui il lettore può divenire protagonista del romanzo, fino al punto da intravedere il vuoto assoluto al di là delle pagine. Se c'è un ambito in cui il cinema si è sempre trovato in difetto rispetto alla letteratura è quello descrittivo ma qui Carpenter è riuscito a rappresentare qualcosa di molto vicino alle visioni di Borges; basta questo a mio avviso ad avvalorare questo prodotto come capolavoro.
Paradossalmente, la colonna sonora. A furia di scriverne lui Carpenter ha finito per appesantire i suoi film con un effetto deja-vu (o meglio... deja-ecouté?!?) di cui penso si potrebbe fare volentieri a meno.
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