Regia di John Carpenter vedi scheda film
Complesso e complicato da spiegare, "Il Seme della Follia" è un affascinante viaggio verso la riflessione umana sulla percezione di realtà o di finzione. Detto così sembra essere un filmaccio scadente che dice tutto e niente. Invece il grande autore John Carpenter attraverso l'allucinante viaggio, in tutti i sensi, del protagonista Sam Neill pugnala il genere umano da più direzioni. Innanzitutto la critica ai media che possono diventare una religione, e come tante religioni sfociare nel fanatismo. Qui vediamo infatti i fanatici dell'autore horror Summer Cane impazzire e sfogarsi violentemente su altri esseri umani. In più Carpenter con l'inserimento di Sam Neill all'interno dell'opera fittizia di Cane, sbriciola i coinfini tra finzione e realtà e postula, sull'insegnamento di Philip K. Dick, l'esistenza di realtà diverse ma non distinguibili. Quindi la disgregazione della realtà come verità percepibile del nostro secolo (che sia un bene o un male questo evitiamolo). Ma anche metacinematograficamente il film di Carpenter diventa prezioso perchè pone il cinema (ma diremmo l'arte tutta) come l'unico modo per "vedere" la realtà che è nascosta nella finzione, nel gioco narrativo, nei rimandi intertestuali del nostro immaginario, e così via. Ma questo, che è una lezione di cinema ambiziosa e sottile, può diventare anche una lama a doppio taglio. Infatti, se riprendiamo la critica ai media notiamo come l'infatuazione verso il "mezzo" può diventare la fagocitazione del mezzo stesso, e noi non saremmo più in grado di distinguere realtà e finzione. Ma è importante distinguere dopotutto?
Chiaro ed esauriente l'intervento del Liberti nella monografia sul regista edita dal Castoro.
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