Regia di Luca Ronchi vedi scheda film
Un'attrice porno passa da un uomo all'altro tra lavoro e (poco) sentimento, mentre sua sorella rimane invischiata in un pericoloso giro di droga.
Pasticcio senza capo né coda, questo Ecstasy è l'opera prima e ultima di Luca Ronchi regista, se non altro per quanto riguarda il cinema a soggetto; più che un vero e proprio film, sembra semplicemente un'occasione (buttata) per far recitare la pornodiva (e ormai personaggio pubblico del momento) Moana Pozzi in un film non a luci rosse: ma la trama sostanzialmente non esiste, le scene spinte si susseguono senza un minimo di filo logico e soprattutto senza alcuna tensione erotica, e molto presto anche allo spettatore guardone scapperà uno sbadiglio. Accanto a Moana ci sono Barbarella, altra attrice hard (accreditata con un altro nome d'arte, Virna Anderson) e in una particina Rocco Siffredi. Nudi e organi genitali in costante bella vista, ma – quantomeno nella versione recuperabile in rete a marzo 2021 – nessuna scena di penetrazione: tutto piuttosto insensato, privo di un carattere definito. Il soggetto pare essere un racconto di Arthur Machen, scrittore gallese di fine Ottocento-inizio Novecento, sceneggiato da Ronchi e dalla Pozzi. 1,5/10.
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