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Il contagio

Regia di Matteo Botrugno, Daniele Coluccini vedi scheda film

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La recensione su Il contagio

di bellahenry
8 stelle

Visto a Venezia 74.

A distanza di 56 anni da quel capolavoro di narrativa cinematografica di ACCATTONE, ci ritroviamo ancora nelle borgate romane e scopriamo che a parte i cellulari non è cambiato niente.
Soprattutto nella prima metà , il film è diviso in storie diverse per sceneggiatura, scelte registiche, colori; seguiamo la storia di una palazzina e dei suoi inquilini. Tutto si apre con uno dei più bei piani sequenza degli ultimi anni italiani che immediatamente ci offre una foto di chi incontreremo, ci saranno i nulla facenti, i drogati, i violenti, le mogli represse, le mamme apprensive…insomma tutto ciò che noi, da Pasolini in poi, ci aspetteremmo da un film “borgataro”.

Nella seconda parte i colori caldi e la regia calma lasciano spazio a ritmi più veloci e colori freddi, il grigio e il blu dominano su tutto. Nel primo episodio il protagonista era un ragazzo senza troppe aspettative dalla vita, come il vero “accattone”, uno che si accontenta di andare in palestra e vivacchiare compiacendo un ricco scrittore gay, ora seguiamo il ragazzo che vuole “arrivare”, che è uscito dalla borgata e che fa carriera nella criminalità. Una vita dettata dal lavoro e dagli affari, priva della umanità che caratterizzava i personaggi del primo episodio.

È un film molto bello che alla prima a Venezia ha riscosso molto successo, molto ben scritto e con un cast in formissima, e un duo di registi che realizzano un film difficile ma appassionante.

Fitte al cuore nel vedere il cast commosso e quasi incapace di rispondere alle domande dopo aver visto per la prima volta il film proiettato.

 

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