Regia di Matteo Botrugno, Daniele Coluccini vedi scheda film
Il contagio (2017): locandina
VENEZIA 74 - GIORNATE DEGLI AUTORI
Nel quartiere popolare romano tutto volte ed archi che nascondono con in certo vezzo verande adiacenti ad appartamenti popolari, e dal nome altisonante di Vermeer, in onore del celebre pittore fiammingo, una coppia bella ed agiata riesce ad inserirsi in due ex alloggi ora unificati e finemente ristrutturati, ad un affitto irrisorio, salvo lauto compenso conferito allo scaltro procacciatore di quell'affare.
Appena subentrati, entusiasti, i due nuovi inquilini, ammirati, criticati ed invidiati in egual misura dal pittoresco bestiario circostante, danno una festa invitando tutto l'umano comprensorio, in grado di dare luogo, con il loro incedere, trascinarsi avanti, vivere di occasioni e piccola criminalità, a siparietti grotteschi utili a dipingere un mondo colorato e sopra le righe, invischiato nel compromesso e nell'incognita costante a proposito del domani.
Il contagio (2017): Vinicio Marchioni
Il contagio (2017): Vinicio Marchioni, Vincenzo Salemme
Se lo splendido omonimo affresco di Walter Siti si limitava a questo microcosmo altamente rappresentativo della borgata romana oggi, i due ambiziosi registi Botrugno e Coluccini intraprendono una doppia azione coraggiosa: trasporre l'opera omonima e corale del Siti era già di per sé una sfida impegnativa e per nulla scontata. Inoltre i due compongono ed arricchiscono la già abbondante matassa umana che popola l'opera originale, introducendo arcinote tematiche di italico malcostume e ordinaria corruzione che si inseriscono dell'attualità odierna legata a scandali e vergogne contemporane: stretta recente attualità come quella inerente la gestione delle case di accoglienza per immigrati, e tutto il giro di denaro sporco, nonché la strumentalizzazione di un drammatico fenomeno di massa di proporzioni bibliche, che caratterizza le nostre pagine di cronaca, costume e politica.
Il contagio (2017): Maurizio Tesei
Il contagio (2017): Matteo Botrugno, Daniele Coluccini, Maurizio Tesei
Scelta coraggiosa, ma non proprio azzeccata, a mio modo di vedere, perché Il Contagio, sopra le righe come è giusto che sia nel suo valido primo tempo, sciupa la possibilità di dedicare spazio ai suoi fantastici personaggi-macchietta per sprecare tempo e pazienza a tratteggiare i contorni di una truffa societaria che pare uscita da una qualunque fiction televisiva.
E se Vinicio Marchioni si impegna ma svia già fisicamente il personaggio esemplare e definitissimo (in molti sensi tra cui quello fisico sopra tutti) di Marcello, è ancor più uno spreco limitare a tal punto il personaggio del professore suo amante, l'altro ego auto-maliziosamente tratteggiato che Siti fa di se stesso, e a cui Vincenzo Saleme e dà corpo e soprattutto voce (anche fuori campo, stupenda).
Omesso molto del clima omoerotico che regna esplicito nel romanzo, la vera ossessione per i bodybuilders squattrinati utilizzati come fonte di piacere e come ispirazione poetico-letteraria dallo scrittore, alter ego di quello vero. Peccato davvero!
Parlando di cast, la triade Foglietta/Tesei/Bevilacqua appare fisicamente funzionale, ognuno al proprio ruolo, ma le migliori tra tutti risultano Alessandra Costanzo (magnifica madre anziana e donna delle pulizie pettegola ed impicciona e Carmen Giardina, cinquantenne iperattiva con verve ed ardori adolescenziali in corpo.
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