Regia di Michael Gracey vedi scheda film
Manhattan, periodo '800: Phineas (Hugh Jackman), innamorato sin da piccolo della dolce Charity (Michelle Williams) decide, in età adulta, di andare a convivere con lei a New York. Passa il tempo e i due hanno due figlie. Licenziato da lavoro, Phineas decide di fare una scommessa chiedendo un prestito ad una banca, in modo che quest'ultima gli commissioni un suo museo personale che, per via di una recensione negativa, si trasformerà in un circo che vedrà come protagonisti dei fenomeni da baraccone o freaks. Il successo degli spettacoli teatrali aiuterà Phineas nel collaborare con il drammaturgo londinese Philip Carlyle (Zac Efron) e l'artista lirica svedese Jenny Lind (Rebecca Ferguson). Non di meno Carlyle riuscirà a portarlo persino dalla Regina Vittoria.
Per citare qualcuno <<ci sono un americano, un inglese e una svedese>>. "The Greatest Showman", basato sulla storia vera del circo di Barnum, è il debutto alla regia dell'artista di effetti speciali australiano Michael Gracey. La pellicola, oltre ad essere esteticamente piacevole, ha buone interpretazioni vocali e non: essendo un musical, però ho poco apprezzato la realizzazione di alcuni arrangiamenti, quali tendevano al pop e a un sound commerciale, il quale stona con il periodo storico rappresentato e va in contrasto con i testi motivazionali e/o speranzosi. Come spesso accade nei film biografici si tende a romanzare un'opera senza nemmeno il bisogno di chiederlo: penso che questo film sia l'esempio perfetto poiché scava a fondo nei caratteri di ciascun personaggio, esaltandone le paure e facendolo maturare durante lo scorrere della pellicola. Il protagonista Phineas T. Barnum, interpretato da un sensazionale Hugh Jackman, è la definizione di impostore, espressione molto ricercata in molte scene: parte incoscientemente dal basso per poi arrivare verso l'alto, cade coscientemente in basso per poi riprendere le forze. La sua interpretazione viene sostenuta da un Jack Efron incredibilmente discreto, che interpreta il ruolo del drammaturgo Philip Carlyle. Gli effetti speciali, così come la colonna sonora, sono un po' la colonna portante del film e riescono ad essere particolari, caratteristici ed incisivi al contempo.
Pop e genuino.
7.
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