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Cavalcarono insieme

Regia di John Ford vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cavalcarono insieme

di Dany9007
7 stelle

Come già indicato da molti, i legami tra questa pellicola e Sentieri selvaggi sono evidenti, anzi Ford in questa operazione sviluppa un tema in modo più ampio: non il razzismo del singolo individuo della "prigioniera bianca" ormai naturalizzata, quanto del fenomeno allargato alla comunità, che sembra un po' ricordare la sensibilità che Ford dimostrò nel suo capolavoro Ombre rosse in cui i rappresentanti della borghesia cittadina si servivano dei reietti: un fuorilegge, una prostituta, un medico alcolizzato. 

L'assenza che ho avvertito di più nel paragone con Sentieri selvaggi (purtroppo impossibile da evitare tra questi due film) è quel senso quasi omerico di itinerario, di lontananza e di solitudine dei protagonisti: in Cavalcarono insieme anzi mi sembra che l'indagine e il ritrovamento dei prigionieri avvenga nel giro di poche ore di cavallo, giusto il tempo per bersi un caffè in riva al fiume, dove a capo del villaggio tra l'altro troviamo lo stesso attore che interpretava il capo Scar in Sentieri selvaggi. Inoltre una differenza sostanziale emerge proprio nel personaggio del protagonista: se John Wayne era una figura disillusa e praticamente logorata da una ricerca disperata che dura oltre 5 anni, lo sceriffo interpretato da James Stewart si muove solo per motivi economici e nemmeno ci crede in ciò che sta facendo, in quanto ben consapevole di come la vita presso le tribù indiane cambi, necessariamente, le persone, che non potranno certo reintegrarsi nel mondo da cui erano state sottratte. 

Da evidenziare come dei siparietti ironici (in alcuni casi persino tirati troppo per le lunghe) siano alternati a delle sequenze di un'audacia nella rappresentazione della violenza quasi inusuale per Ford: una tra tutte l'impiccagione/linciaggio del giovane "Lupo che corre" ma anche la rappresentazione della fragilità mentale di una delle donne a cui era stato sottratto un figlio. 

In tutto questo, nonostante il bel materiale e le interessanti dinamiche che si sviluppano nella vicenda, a mio avviso rimane un senso di un piccolo capolavoro mancato: l'attenzione ai paesaggi (una volta tanto non siamo nella Monument Valley cara a Ford) non è particolarmente spiccata, alcune sequenze sembrano sbrigate un po' velocemente (vedi lo scontro tra Stewart e Orso di pietra che si traduce in un paio di colpi di pistola, con l'indiano che sostanzialmente va a scontrarsi nel modo meno strategico), infine il finale della vicenda che appare consolatorio e che tradisce un po' le premesse del personaggio di Stewart. 

Molto bravo anche Richard Widmark, attore sempre polivalente sia in ruoli da protagonista che da antagonista, stavolta impegnato nella figura di un militare dai forti ideali e dall'approccio progressista. 

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