Regia di Piero Pierotti vedi scheda film
Un'avventurona cappa e spada per pubblico poco esigente, questo La scimitarra del saraceno, diretto d'altronde da un mestierante come Pierotti, che era qui alla sua seconda prova dietro la macchina da presa. Più noto come sceneggiatore, Pierotti diresse anche una quindicina di pellicole nel corso degli anni Sessanta, rimanendo sempre ancorato al genere fra eroi mitologici, pirati e Zorro; come questa, si tratta di produzioni a basso budget che coinvolgevano le seconde e terze linee di Cinecittà. Fra i nomi sul copione qui abbiamo quello del regista, quello di Luciano Martino e quello di Bruno Rasia (alle prime armi, qualche anno più tardi lavorerà in Rai anche come regista; qui figura anche come scenografo); fra quelli sui manifesti compaiono l'americano Lex Barker (esperto del filone), Chelo Alonso, Massimo Serato e Graziella Granata, qui esordiente appena diciottenne. Inutile chiedere solidità alla storia o dialoghi privi di retorica: La scimitarra del saraceno consta di cento semplici minuti di azione, combattimenti e buoni sentimenti, happy end incluso per forza di cose. 2,5/10.
Una nave del governatore di Rodi viene attaccata dai pirati; il terribile Dragut prende in ostaggio la figlia del potente, che si rivolge al coraggioso capitano Drago per riscattare la ragazza e l'imbarcazione.
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