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Three Poplars at Plyuschikha Street

Regia di Tatyana Lioznova vedi scheda film

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La recensione su Three Poplars at Plyuschikha Street

di Baliverna
8 stelle

Il suo matrimonio che langue e un altro uomo che bussa alla porta del suo cuore. Che fare?

[I tre pioppi di via Pljusiha]. Proprio interessante questa pellicola del periodo in cui una parte del cinema sovietico si era ormai allontanato dai canoni del realismo socialista, e dagli intenti politici, per "ripiegarsi" su ambiti più intimistici, poetici, e psicologici. Un ripiego che è tutto di guadagnato in termini di originalità e sensibilità umana.
La piccola parabola di questa madre di famiglia che compie un viaggio reale e interiore dalla campagna alla metropoli è trattato dalla regista con attenzione al personaggio e alla sua interiorità, cercando di materializzare i suoi sentimenti e rappresentarli anche attraverso i sogni (notevoli ho trovato le sequenze oniriche). In sostanza, la pellicola rappresenta innanzitutto il logorio del matrimonio della donna, che pure era partito sotto ottimi auspici, ma ormai è entrato in una specie di palude del quotidiano. Forse la causa è il fatto che parlano poco, e forse anche che il marito è diventato ispido di carattere e piuttosto indifferente. Il sentirsi trascurata è la premessa che la rende ricettiva nei confronti degli impulsi che vengono dagli altri uomini. E' su questo terreno di atrofia del suo matrimonio che si innesta il sentimento verso il bel tassista moscovita, il quale a sua volta si accorge dell'assenza di barriere nel cuore della donna. In poco tempo si creano tra loro le premesse per un innamoramento vero e proprio. Se per un po' il sentimento le va sotto la pelle senza che se ne accorga, quando il rapporto prende una piega inequivocabile il campanello suona, e si trova davanti alla difficile scelta: fuggire di filato, o lasciarsi andare all'avventura, al sentimento, e sfasciare la sua famiglia? La scelta che compie e il come accadono le cose è rappresentato con originalità, e forse con ambiguità.
La regista ha un'evidente padronanza della tecnica e del linguaggio cinematografico. Le inquadrature sono varie e ricercate, e anche i sogni godono di quei difficili accorgimenti che li rendono appunto... onirici. La protagonista dà a sua volta una buona interpretazione di vivace campagnola, tra ingenuità e sapienza, spaesamento e determinazione. I dialoghi e i personaggi secondari sono altresì interessanti.
Una piccola interessante opera da recuperare.

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