Eliseo Montalbán (Benjamín Vicuña) è un giovane compositore che ha subito un trauma e nel quale - in seguito alla misteriosa morte della pianista durante la prima di un sua composizione - si risveglia la memoria della violenza che subì sua sorella, violentata e uccisa su un pianoforte, portandolo alla follia. Finisce così in un manicomio, scomparendo al mondo, finché un musicista mediocre, Ricardo Coppa (Gastón Pauls), nel tentativo di ricostruire la sua ultima composizione perduta, si mette alla sua ricerca.
Prima di affossare i bisturi nell'esperienza dittatoriale del Cile, Pablo Larrain esordisce alla regia con questo film dai toni più intimisti. Già si intravede il suo grande talento visivo, così come la presenza del binomio inscindibile tra vittima e carnefice. Tra chi, o cosa, ha il potere di fare ombra sulle vite altrui e chi ne è perseguitato.
Correre disperatamente come un topo in un labirinto, cercare con quel poco di lucidità rimasta una via d’uscita, un piccolo spiraglio nel buio più profondo, una porta inesistente che ci permetta di mettere da parte ciò che siamo, o meglio ciò che siamo diventati.
Ma la musica non ce lo permette, come un tumore generato da un maleficio si esalta nella nostra… leggi tutto
Correre disperatamente come un topo in un labirinto, cercare con quel poco di lucidità rimasta una via d’uscita, un piccolo spiraglio nel buio più profondo, una porta inesistente che ci permetta di mettere da parte ciò che siamo, o meglio ciò che siamo diventati.
Ma la musica non ce lo permette, come un tumore generato da un maleficio si esalta nella nostra…
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Prima di affossare i bisturi nell'esperienza dittatoriale del Cile, Pablo Larrain esordisce alla regia con questo film dai toni più intimisti. Già si intravede il suo grande talento visivo, così come la presenza del binomio inscindibile tra vittima e carnefice. Tra chi, o cosa, ha il potere di fare ombra sulle vite altrui e chi ne è perseguitato.
commento di Peppe Comune