Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Soprattutto il costumista, che riempie lo schermo di costumi da magazzino teatrale, e quindi gli attori, che non portano neppure per un momento i detti costumi senza far dimenticare il fatto che essi sono stati indossati in un camerino e aggiustati dalla sarta di scena.
Non ci siamo: la Gerace è una bella figliola ma questo non basta per ritenerla in grado di interpretare un personaggio cui, dieci anni prima, Luisa Ferida aveva dato ben altro spessore in "Gelosia" di Poggioli.
A 10 anni dall'uscita di "Gelosia" di F.Maria Poggioli, ci prova anche Germi, ma nel confronto tra i due film, il più recente risulta, secondo me, perdente. Non voglio qui negare i valori di Germi, regista che ammiro molto, ma in questo film si è trovato alle prese con una sua insolita scarsità di ispirazione, con un costumista e un truccatore troppo portati agli "aggiornamenti" dell'aspetto esteriore dei personaggi, e con un cast poco partecipe (tranne, eccezione illustre, Paola Borboni, che nel personaggio della zia regge gagliardamente il confronto con la grandissima Wanda Capodaglio).Altro errore, l'uso distratto del colore in una storia evidentemente scritta per il bianco e nero, cui lo stesso Germi ritornò con ben altri risultati in film successivi.
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