Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film
Alla fine del Novecento, l'Italia tutta è un Paese profondamente legato alle proprie origini contadini, pastorizie, rurali, ancora divisa dai dialetti e dai luoghi comuni sulle differenti appartenenze regionali; ma la Calabria è la terra che più di ogni altra esalta questo esasperato attaccamento alle tradizioni. Da questa tesi parte il documentario di De Seta, regista che ha lasciato poche opere in una pur lunga carriera (i suoi esordi da aiuto regista risalgono ai primi anni '50), ma - anche nei rari casi non esplicitamente documentaristici, come Banditi a Orgosolo o Diario di un maestro - sempre dotate di un personalissimo sguardo antropologico sulla materia trattata. Qui chiaramente l'omaggio agli incontaminati panorami della Calabria vuole toccare lo Stivale intero, e allo stesso modo fanno le critiche: se 'In Calabria' il progresso è quasi solo una promessa favoleggiata, mentre nelle zone più sperdute dell'entroterra la gente ancora fatica a parlare l'italiano e ad avere gli agi comuni della gente di città, certo non si può dire che altrove in Italia il divario campagna-città sia tanto meno ampio. Questo documentario è un affettuoso omaggio, inoltre, alla terra natale della madre del regista, siciliano per nascita; è il primo lavoro da lui realizzato dopo due decenni di silenzio, da quel Diario di un maestro girato per la Rai nel 1973. 6,5/10.
Un documentario per raccontare la Calabria degli anni '90: terra dal forte attaccamento alle radici rurali e alle tradizioni più antiche.
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