Regia di Giorgio Castellani vedi scheda film
Becerissima è inconsistente pellicola realizzata sulla scia di film come MERY PER SEMPRE e RAGAZZI FUORI di Marco Risi, che verso la fine degli anni 80' in Italia davano vita a opere di chiarissima denuncia sociale con ambizioni neorealiste. In questo senso mi sento di citare l'altrettanto bello e interessante ma misconosciuto VITO E GLI ALTRI di Antonio Capuano e il un po' meno riuscito LE BUTTANE di Aurelio Grimaldi. VITE PERDUTE si segnala per essere l'esordio dietro la macchina da presa di Giuseppe Greco (che preferisce firmarsi con uno pseudonimo) figlio del boss di Cosa Nostra Michele Greco. Le intenzioni sembrerebbero, a prima vista, quelle di un film che descriva il degrado delle periferie siciliane e della gioventù che le abita. Decisamente paradossale che a farlo sia il figlio di un boss mafioso. Greco decide di reclutare nel cast, quattro dei giovani attori protagonisti dei due film di Risi prima citati, affiancandogli Gianni Celeste, cantautore ed esponente di spicco della musica melodica e strappalacrime partenopea, anche se catanese di nascita. Potrei definire VITE PERDUTE uno dei più brutti film mai prodotti dal cinema italiano, almeno tra quelli che ho visto. Privo di una trama vera e propria, il film segue le imprese di un gruppo di ragazzi di vita palermitani, con la smania di arrivare in alto. Seguono alcune piccole sottotrame: un ragazzo di umilissimi origini innamorato di una bella ragazza benestante, un ex-detenuto che sfrutta la sorella prostituta e una giovane donna innamoratissima di un ragazzo senza futuro. Fino alla fine del film assistiamo a inseguimenti, sparatorie e pestaggi che non approfondiscono alcun problema, il tutto aggravato da una pessima recitazione e da un'altrettanto pessimo doppiaggio. Di regia impossibile parlarne. Colonna sonora da film horror anni 80' (Goblin) che accompagna per ben 2 ore un film volgarissimo che sfrutta reali problemi con patetiche e ipocrite scene madri. Incommentabile. Giuseppe Greco farà in tempo a dirigere altre due pellicole, per morire poi all'età di 58 anni per un male incurabile.
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