Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film
Tre ragazzini colombiani sono attirati nella rete del narcotraffico. Finchè si tratta di piccolo spaccio e di furti, nessun problema; ma quando i capi cominciano a chiedere loro di diventare degli assassini, le loro coscienze cominciano a traballare. Due resistono e vanno avanti, ma a quel punto capiscono che il gioco si è fatto troppo pericoloso.
Il cinema di Giuseppe Ferrara sta a quello di Elio Petri e Francesco Rosi come un prodotto del discount sta a uno di marca. Impegno civile e indagine cronachistica sono il terreno comune su cui lavorano i tre autori, eppure i film di Ferrara risultano sempre un po' approssimativi o trasandati rispetto a quelli dei più blasonati colleghi. Anche in questo caso, Narcos pare una produzione di stampo televisivo, non troppo raffinata esteticamente e dai contenuti trattati con metodi altrettanto grezzi; eppure il regista anche in questa occasione realizza un prodotto per nulla scontato e degno di menzione 'honoris causa', in quanto si occupa di un tema molto raramente (mai?) affrontato dal nostro cinema quale quello del narcotraffico in Colombia, dal punto di vista di tre giovani che vi finiscono invischiati loro malgrado, cominciando quasi per gioco. Purtroppo gli interpreti - quasi tutti del luogo e semisconosciuti - non funzionano granchè e l'unico nome degno di nota finisce per essere quello del cattivo del film, cioè Aldo Sambrell, che peraltro firma anche soggetto e sceneggiatura insieme ad Armenia Balducci e al regista. Forse l'ispirazione per questo Narcos è nata, in Ferrara, girando il precedente documentario Contra-diction: il caso Nicaragua (1988); comunque sia dopo questa pellicola il Nostro tornerà a girare nel Belpaese e su temi scottanti che ci riguardano più da vicino: nel 1993 uscirà infatti in sala con Giovanni Falcone. 3,5/10.
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