Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Il film di Preminger parte da un assunto thriller - la scomparsa della bambina - figlia di Ann (Carol Lynley) e nipote di Steven (Keir Dullea) - che dà il titolo al film, per una volta tradotto letteralmente in italiano, dall'asilo dove sembra che nessuno l'abbia mai né vista né quantomeno notata - per poi svilupparsi verso implicazioni psicoanalitiche e anche velatamente incestuose.
Ad una prima parte, che serve all'autore per presentare i vari personaggi, tutti connotati - chi più chi meno - con delle caratteristiche che denotano ambiguità, un po' verbosa e meccanica nell'andamento, ne sussegue una seconda, quando alcuni dei misteri si dipanano, più vibrante e certamente più nelle sue corde.
Fa uno strano effetto vedere Keir Dullea, famoso per il successivo ruolo di Bowman in '2001' di Kubrick, in questa parte da zio, dall'apparenza calma, della bambina scomparsa, ma che si rivelerà poi un pazzo - inquietante e rivelatrice della sua follia e doppiezza l'inquadratura dal basso in primo piano con la luce che illumina il suo volto - e il grande Laurence Olivier in quelli tutto sommato dimessi dell'Ispettore di Polizia, visto in chiave ironica nel confronto con il commediografo, attore e regista Noel Coward, che nel film recita il ruolo dello stravagante padrone di casa della strana coppia fratello-sorella Lake, visto dal poliziotto come una specie di buffone.
Carol Lynley (Ann Lake) non è nuova a parti di questo tipo, basti pensare alle assonanze con il film 'L'occhio caldo del cielo' di Aldrich.
Voto: 7/8.
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