Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Originale questo film di misteri del grande Preminger, che ci avvolge con la sua atmosfera soffusa ma niente affatto esile o banale. Anzi, il regista sa creare in modo molto efficace una sensazione di mistero, di incognita, e di grande ambiguità. Alcuni personaggi non sono ambugui in sé, ma vengono presentati con tocchi tali da non far capire subito allo spettatore che tipo di persone siano. Questo vale per la protagonista, come per il fratello, che per l'anziana maestra che vive relegata in altana. Altri, invece, sono ambigui di per sé, falsi e sfuggenti, scaltri e opportunisti: pensiamo al poco rassicurante padrone di casa, alla viscida direttrice dell'asilo, o alla cuoca permalosa. Il rapporto tra fratello e sorella, invece, prende nel corso del film, lentamente ma inequivocabilmente, le pieghe dell'incesto, poco importa se non consumato fisicamente. E la relazione tra incesto, pazzia e perversione è sempre molto stretta.
Su una buona parte del film grava un'atmosfera quasi di irrealtà, come onirica e confusa, anche perché il regista inserisce un elemento non approfondito o sviluppato, e lo lascia aperto, come il padrone di casa che getta sul letto della donna, poco prima che comincino i guai, quella maschera africana, "trattata" con riti magici locali. Il tema dell'occultismo non è affatto nuovo ai film di Preminger, il quale lo fa vedere praticato da individui decisamente spregevoli (non è così anche nella realtà?).
La vicenda è poi narrata con tale accortezza di particolari rivelati e celati, che il finale coglie di sorpresa e non fa mancare la suspense. Poco conosciuto e da riscoprire.
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