Regia di Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Antonio Pietrangeli, Luciano Salce vedi scheda film
I film a episodi erano una prerogativa della commedia all'italiana tra gli anni '60 e '70: qui il progetto è bizzaro e discontinuo e vede l'apporto di quattro registi i cui approcci al genere sono distanti l'uno dall'altro.
'Fata Elena' di Mauro Bolognini, incentrato sul tradimento coniugale, è certamente vacuo e inutile ma per fortuna molto breve.
'Fata Armenia' di Mario Monicelli vive sulla strana coppia formata dal bravo Gastone Moschin nei panni di un pediatra e da una Claudia Cardinale simil baby-sitter all'apice della bellezza ma troppo a briglie sciolte come attrice e con una dizione in italiano da perfezionare: qualche trovata ma nel complesso banale, per giunta accompagnato da una fastidiosa musichetta in sottofondo.
'Fata Marta', purtroppo all'ultimo suo lavoro compiuto prima del tragico incidente durante la lavorazione di 'Come, quando, perché', di Antonio Pietrangeli è accettabile per una consueta eleganza nella messa in scena e per la sobria direzione di Alberto Sordi, cameriere autista che ha un'avventura con la sua datrice di lavoro, un'annoiata signora ricca dedita all'alcool, che ha il volto magnetico di Capucine.
'Fata Sabina' di Luciano Salce è di gran lunga il migliore: protagonista una scatenata, ambigua e sensuale Monica Vitti che nella prima scena viene inseguita da un maniaco, poi scappa da un autista che l'ha soccorsa ed infine finisce per irretirne un altro (Enrico Maria Salerno); sarà lei a trasformarsi da preda a cacciatrice.
Molto ricercata la regia di Salce, con inquadrature dalle più svariate angolazioni e con la trovata finale che ribalta la sequenza d'apertura: è sufficiente un movimento della cinepresa per svelare chi è l'inseguitore e chi l'inseguito.
Voto complessivo: 6.
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