Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Uno Spielberg d'avventura classico, con tutti i suoi must. Niente male.
Film molto spielberghiano, con molti se non tutti gli elementi tipici dei suoi film, che solitamente vanno bene e in qualche caso, no. Ad esempio, la sua passione per gli anni ’80 è una rotta di maroni e soprattutto all’inizio qua dà molto fastidio. A me, almeno. Ma lo sa Spielberg che quelli che sono i suoi “miti” sono dei perfetti sconosciuti (o quasi) per chiunque abbia meno di 30 anni (o 40?)? E che tanti suoi “miti” non sono tali, perché già avevano rotto 40 anni fa? Vabbè, il film inizia faticosamente ma cresce meravigliosamente, o quasi, durante le due ore abbondanti, e alla fine io sarei per un 7/8. Si narra di una società di un prossimo futuro, una brutta società in cui la gran parte della gente, grande piccola povera ricca, evade e si rifugia spesso e volentieri in una realtà virtuale, molto immersiva, dove si può essere ciò che si vuole, essere solitamente molto meglio della realtà reale. Questo gioco e questo scambio tra reale e finzione è il motivo trainante del film, con continui scambi tra le due posizioni. Il protagonista è un ragazzo, come spesso capita con Spielberg, che ha degli amici fedeli e in gamba, altro classico, è imbranato ma trova la morosetta, altro classico, ci sono dei cattivoni che vogliono rompere le uova nel paniere e si arriverà all’invitabile lieto fine, tra acclamazioni di folla, altro classico, e determinanti interventi di figure a metà tra il padre e il maestro, altro ennesimo classico. Prima di ciò, tutto sembrerà perduto, come sempre, ma il bel finale è già scritto e non è neanche uno spoiler. Non manca ovviamente, come spesso in Spielberg, il percorso di crescita del/dei protagonisti attraverso l’avventura e la ricerca e un filo conduttore moralistico e didattico. Le citazioni del film sono tantissime, probabilmente innumerevoli. Tra le tante, quella de Il gigante di ferro, film capolavoro che probabilmente è anche il più bel film spielberghiano non girato da Spielberg, e secondo me gli è rimasta qua, dirà mannaggia, quello era proprio il film che avrei voluto fare. C’è pure un Mobile Suit Gundam, dunque c’è tutto. Ma va bene, il film è fatto benissimo, strabene, tra grandi effetti e grande ritmo, umorismo e situazioni di tensione. Tratto da un romanzo, il film ha avuto un budget enorme, e si vede, per incassi decenti ma poco più. Pubblico e critica hanno gradito e anche io, in definitiva.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta