Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Spielberg si diverte a fare film, è piuttosto evidente nell’ultima sua opera. In essa sono praticamente convogliati tutti gli anni ’80, non solo cinematografici. La volontà di creare incessanti rimandi e zeppo di ester egg comprensibili solo a chi di noi ha vissuto gli anni a cavallo tra il 1980 e il 1990. Molti non sanno però che non è tutta farina del suo sacco. Ovvero, il film che Steven dirige, che sembra quasi un omaggio alle orde nerd e cinefile, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Ernest Cline, che ha avuto la possibilità di contribuire anche alla sceneggiatura del film.
Certo, tutte le citazioni sono opera di chi sappiamo noi, senza ombra di dubbio, ed indubbio è il potere scenico che avvolge la pellicola per l’intera durata. Una parte è merito della fotografia e degli effetti speciali che si differenziano in base al luogo in cui la scena è ambientata. Inoltre, le scene relative al “mondo reale” sono state girate su pellicola mentre quelle relative ad Oasis sono state realizzate in digitale, per creare la giusta discrepanza tra i due mondi.
Il lavoro del regista è sublime; lo si capisce già dalle primissime inquadrature. Dettagliato e preciso come ogni lavoro di Spielberg ma qui c’è qualcosa in più. Quasi un lascito, ai posteri più che a coloro che ne hanno avuto la possibilità di goderne in sala oggi, per avere la possibilità di dimostrare quanto il cinema abbia il potere di unire epoche e pensieri.
La trama è ben costruita e fila senza intoppi. Anche i dialoghi sono consoni al racconto che coinvolge fino all’ultimo secondo, capacità che sappiamo bene non essere affatto scontata. Non è considerabile un film alla portata di tutti, non tanto per gli intrecci di trama quanto per il coinvolgimento che potrebbe non essere considerato allo stesso modo da tutti e finirebbe per farlo sembrare l’ennesimo film di fantascienza per ragazzi. Bisogna invece provare a riportarlo indietro di qualche decennio; sarà solo constestualizzandolo che potrà essere appreso appieno.
Menzione speciale per la citazione, piuttosto corposa, relativa a Shining. Vedere quella pietra miliare del cinema, rivisitata e in parte manipolata, da uno dei i grandi registi viventi, con la riverenza con cui Spielberg gestisce quelle sequenze, è più commovente del sobbalzo che si prova ogni qual volta appare un easter egg.
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