Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Più film di animazione che altro (bombardamento di computer grafica da videogioco), Ready Player One è un prodotto sperimentale, forse ispirato a Pixels di Columbus (non a caso Ready Player One è amientato a Columbus) e Speed Racer (ragazzi e fanciulli contrapposti al super potere delle multinazionali) dei fratelli/sorelle Wachowski, da cui, alla Matrix, deriva l'idea del mondo alternativo che si sovrappone alla realtà. La sceneggiatura è strutturata su due parti correlate che si sviluppano su dimensioni distinte. Da una parte abbiamo la realtà di tutti i giorni, seppure con ambientazione futuristica, dall'altra quella virtuale, in cui i cittadini si rifugiano per fuggire dalla bruttura giornaliera, creandosi vite artificiali in cui i personaggi che si incontrano sono correlati a vere persone della vita di tutti i giorni celate in personaggi di fantasia da loro stesse manovrati all'interno del gioco.
E' uno Spilberg in vena di omaggi, ultra citazionista, in un viaggio nostalgico che non può non essere apprezzato da coloro che sono cresciuti negli anni ottanta. Icone cinematografiche quali King Kong, Batman, Godzilla e altri si incontrano con soluzioni riprese dai videogiochi (sono omaggiati, tra gli altri, la ditta Atari e Street Fighter II), in un tripudio di richiami musicali anni '80 (Van Halen, Duran Duran, George Micheal) e persino la ricostruzione di intere sequenze di Shining di Kubrick. Spettacolo visivo, al servizio di una sceneggiatura poi non troppo banale, seppur hollywoodiana e rivolta all'anima fanciullesca dello spettatore. Per usare un aggettivo, si potrebbe definire Ready Player One col termine "nerdissimo". Attenzione però... i ragazzini ne perderanno buona parte del senso, essendo privi dei riferimenti "culturali" e "ludici" che ne stanno alla radice.
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