Regia di Rainer Sarnet vedi scheda film
Più che horror o fantasy è la trasposizione dark e inquietante di una vera e propria maledizione.
È un affresco oscuro e maledetto di una comunità contadina dell'Estonia in epoca feudale. Vuole essere soprattutto una acida metafora sulla mancanza di fede della Estonia che finisce per favorire ogni tipo di credenze, superstizioni, usi e costumi malati e ignoranti (nel vero senso del termine cioè che ignorano il più basilare ABC della cultura e della conoscenza). Di fatto gli abitanti del luogo di affidano ai più bassi istinti per sopravvivere all'inverno, scampare alle malattie, o conquistare l'amore. In questa comunità co-esistono cioè spiriti, lupi mannari, streghe, religioni isolate nel loro pragmatismo (l'ostia rituale viene usata per scopi... non propriamente cristiani...), addirittura il diavolo campeggia qui e mercanteggia anime come in un usuale maket con tanto di sconti !!
Il regista estone Sarnet dipinge questo affresco in un affascinante bianconero dimostrando di maneggiarlo come solo Bergman o Tarkovskij sapevano fare.
Tornano alla mente, inerente al bianconero altre 2 pellicole a noi più recenti quali la disturbante e macabra "The eyes of my mother" di Nicolas Pesce o il thriller delle isole Bahamas "Live cargo" di Logan Sandler. Tutti film dipinti con un magico pennello B/N
Torniamo alla regia di "November" per accennare alla potenza visiva e descrittiva degli spiriti maligni (i Kratt) fatti con utensileria di casa e teschi meravigliosi nella loro maligna stregoneria (ma non scordiamo il Kratt poeta...) e per sottolineare la genialità di fotografia e location entrambe cupe opprimenti, claustrofobiche per poi aprirsi improvvisamente in squarci esterni luminosi quanto malinconici. Assolutamente geniale come il sottile sapore di humor che condisce il calderone.
Lo spettatore non si aspetti un fantasy- horror bensì la trasposizione cinematografica di una vera e propria "maledizione". Film coraggioso, inquietante, acuto nelle sue denunce e, in fondo in fondo, creativo nella sua speranza (flebile) che l'amore possa rinascere dalle sue stesse ceneri.
Da cineteca.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta