Regia di Julia Solomonoff vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE
Un attore trentenne argentino, di capello biondo e carnagione chiara tanto da apparire più di razza nordica che sudamericano, si è trasferito ormai da tempo a New York rifiutando di proseguire ad interpretare, con un certo successo, il personaggio che gli ha dato notorietà in una telenovelas dal titolo Rivales, che al suo paese spopola da anni. Le ragioni sono molteplici: cambiare orizzonti, puntare a cinema vero, quello d'autore senza rinunciare alla fama e ad una indipendenza economica che fino ad ora è solo un miraggio: infatti il ragazzo vive in condivisione con due amiche lesbiche, e, in attesa che i tempi produttivi di un film d0autore di un celebrato autore argentino vedano la luce, dopo rimandi continui, si barcamena facendo lavoretti di ogni tipo, ma soprattutto trascorrendo le giornate a fare da baby sitter al simpatico e carino neaonato della sua migliore mica, insegnante di yoga sposata con un pilota di aerei.
L'altra ragione dell'abbandono della patria si riconduce a motivi personali di tipo affettivo. Nico (questo il nome del nostro uomo) è omosessuale e da anni era l0'amante clandestino del regista della telenovelas Rivales. L'uomo era stufo di dover continuare così clandestinamente un rapporto ricambiato e passionale, ma sempre al segreto per non rovinare la famiglia "regolare" diel regista, sposato e con prole a carico.
Lo stress da continuo rimando del film che lo ha spinto ad espatriare, la mancanza di denaro che lo costringe a vivere di espedienti, l'orgoglio di non ripercorrere terreni già calpestati facendo ritorno in patria, ove il suo ruolo sarebbe sempre in qualche modo assicurato, inducono Nico a non desistere, anche se momenti di sfiducia e sconforto saranno più numerosi delle giornate all'insegna dell'ottimismo.
Al suo secondo lungometraggio, la regista argentina Julia Solomonoff si impegna in una commedia dolceamara frutto di una coproduzione che coinvolge diversi paesi, tra cui gli States, ove è ambientata tutta la vicenda, girata in una New York cangiante di stagione in stagione, percorsa in lungo ed in largo in bicicletta da corsa, incurante dei climi a volte rigidi, da parte del nostro orgoglioso e tenace protagonista. Una commedia che non racconta storie nuove o straordinarie, ma che riflette con oculata e valida lucidità su aspetti fondamentali come l'organizzazione dei propri obiettivi di vita, l'orgoglio che rende ingestibili certi passi o svolte spesso sagge o utili per accorciare i percorsi o le scalate ad un successo che pare sempre allontanarsi proprio nel momento in cui ci si illudeva di assaporarne i primi tratti caratteristici.
Bravo il protagonista, Guglielmo Pfening , attore piuttosto noto in patria sudamericana, abile nel rendere i modi ed i tratti di un uomo giovane e mansueto che tuttavia conserva un proprio orgoglio e non vuole cedere alle tentazioni di un facile quanto vigliacco accomodamento. Il ritorno alla purezza delle origini, ovvero alla recitazione a teatro, potrà costituire una valida alternativa allo svendersi per un successo effimero e privo di vere soddisfazioni.
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