Regia di Marc Rocco vedi scheda film
Il genere carcerario è un filone da maneggiare con estrema cura visti gli illustri progenitori.Se poi il film in questione è ambientato ad Alcatraz la cautela,se possibile,deve essere ancora maggiore.Ed è il caso di questa opera prima che riesce a percorrere una strada originale nel genere senza doversi necessariamente confrontare con i mostri sacri del genere.All'inizio si dice che è basato su una storia vera ma visto lo stile di Rocco che è un po'troppo innamorato della macchina da presa non mi stupirei che la storia vera da cui è tratto sia solo un pretesto per fare dell'ottimo cinema.E qui l'ottimo cinema scaturisce non dalla regia,come gia'detto,perche'il regista muove un po'troppo la cinepresa per arrivare ad avere sequenze di bella forma(ma in un contesto del genere si rischia l'inutile orpello),ma dalla straordinaria prova di due dei tre protagonisti,Bacon e Oldman(il terzo ,piu'defilato è Slater che non brilla di luce propria come gli altri due)che sono la ragione della riuscita del film.Vedendo Bacon vedi in faccia veramente la sofferenza,la disperazione,ti senti come lui,solo in un mondo senza luce,affondando tra i propri escrementi e vedi anche il metodo di lavoro dell'attore sulla voce,sull'andatura,sulla postura...veramente una grande prova.D'altra parte c'è la recitazione raffreddata di Oldman che riesce ad interiorizzare il suo modo di recitare fino all'esplosione della rabbia,per uno come lui perennemente sopra le righe è veramente un bel vedere.E'un film da vedere questo per l'indignazione che giustamente provoca e perche'alla fine storie in apparenza disperate come questa che perlomeno un barlume di luce in fondo al tunnel te lo fanno vedere...ebbene riconciliano un po'con il mondo e con i propri simili...
bravo in una piccola parte
ottimo
forse la sua prova migliore
tra i tre protagonisti è quello che brilla di meno...
regia a volte pretenziosa ma dirige benissimo gli attori
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta