Regia di Bryan Buckley vedi scheda film
Anche nei momenti peggiori, quando tutto sta andando irrimediabilmente storto, il caso può sopraggiungere in soccorso e dare i suoi frutti, trasformando un colpo di sfortuna in un’opportunità, fino ad aprire porte sconosciute.
Per non vanificare l’occasione piovuta dal cielo, la sorte va comunque assecondata. Il cuore deve essere gettato oltre l’ostacolo, senza paura di partire all’avventura quantunque i calcoli siano avversi, catapultandosi in un contesto sconosciuto attingendo a tutte le risorse disponibili, anche con una porzione di coadiuvante irresponsabilità.
Toronto, novembre 2008. Mentre la crisi economica comincia a mordere, il giovane Jay Bahadur (Evan Peters) conosce casualmente Seymour Tolbin (Al Pacino), grazie al quale individua il progetto da perseguire per uscire dalla spirale di apatia che lo flagella.
Così, lascia la sua vita confortevole per recarsi in Somalia e scovare le informazioni indispensabili per scrivere un libro sui pirati somali, che stanno imperversando, gettando nello scompiglio le navi mercantili di passaggio.
Arrivato sul posto, giovandosi della guida esperta e altruista di Abdi (Barkhad Abdi), scoprirà una realtà complessa e scarsamente conosciuta in Occidente.
Il suo prezioso lavoro diventerà un punto di riferimento per le autorità internazionali.
Per quanto sia formalmente corretto, il titolo può condurre fuori strada, rischiando di attrarre spettatori disinteressati. Infatti, non siamo dalle parti di Captain Phillips – Attacco in mare aperto, e l’oceano a malapena compare una volta all’orizzonte, bensì dalle parti del giornalismo da battaglia, rivolto alla scoperta, nel quale è necessario sporcarsi le mani e correre dei rischi sulla propria pelle, oltrepassando gli argini del buon senso.
Quindi, I pirati della Somalia, basato su una storia vera riportata nel best seller The pirates of Somalia: Inside the hidden world scritto dallo stesso Jay Bahadur, si addentra nei gangli di un territorio polveroso e tumultuoso, dominato da figure controverse e bisognoso di un aiuto esterno, raffigurando la realtà somala svincolato da una visione univoca.
Il film scritto e diretto da Bryan Buckley (The bronze – Sono la numero 1) ha una guizzante corrente di spunto e un tenore sbarazzino, con tinte malleabili. Non gioca in difesa ma non è particolarmente meticoloso nei raccordi, saltando di sovente di palo in frasca finendo dunque per smarrire buona parte della sua propulsione iniziale.
Rimane invece lodevole l’impegno del caparbio Evan Peters (American Horror Story, X-men: Apocalisse), spalleggiato con ferma disinvoltura da Barkhad Abdi (Captain Phillips – Attacco in mare aperto), mentre Al Pacino, nella parte di un formatore eloquente, e Melanie Griffith, presente in quelli della madre del protagonista, fanno semplicemente parte del mobilio.
Sintetizzando, I pirati della Somalia è mosso da propositi assolutamente stimabili ma contiene svariati squilibri, con personaggi che compaiono per poi scomparire nel nulla e la sensazione di essere ramificato, vedi anche un paio di inserti animati, ma con qualche difficoltà di troppo nell’unione dei puntini narrativi, tanto perseverante quanto compilativo.
Intraprendente e volubile.
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