Regia di Desiree Akhavan vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
Cameron è un'adolescente cresciuta dalla zia, dopo la scomparsa prematura della madre. Un giorno il suo ragazzo la scopre in macchina in atteggiamento compromettenti con una sua amica e la sua reazione indignata fa succedere uno scandalo presso la comunità locale ove vive la ragazza. La zia pertanto, anche per non esporre la nipote ad atteggiamenti di ostilità e intolleranza tra i compagni, decide di condurla presso un centro in cui vengono curate, tramite apposita terapia, le tendenze all'attrazione verso il medesimo sesso, in capo a giovani ragazzi come lei.
Il senso di colpa e la necessità di pentimento sono gli ingredienti con cui i due gestori del severo centro, ritengono di poter "curare" quelle che considerano deviazioni peccaminose.
In un primo tempo rassegnata e volonterosa verso un tentativo di cambiamento, Cameron si convince presto, confortata dalla sua tenace amica claudicante e da un altro compagno di origine pellerossa, che la fuga è l'unico risultato saggio ed accettabile per tenersi al di fuori da questo bieco modo di pensare e da questi ancor più disdicevoli tentativi di persuasione e repressione delle proprie legittime identità sessuali e comportamentali.
Per la regia della giovane e tenace Desiree Akhavan, nota anche come attrice (la ricordo nel buon sequel horror Creep 2), La diseducazione di Cameron Post si pone a riflettere sulla necessità di trovare una situazione ideale, sul senso dello "stare meglio", sulla circostanza di quanto devianti possono essere per il libero legittimo arbitrio, le convenzioni sociali che appiattiscono e ci obbligano, se prese ciecamente senza discernimento, a rinchiuderci in un vincolo che crea solo frustrazione ed infelicità.
Un inno alla ribellione lecita e doverosa, quando la società si aggrappa a finti illusori perbenismi oscurantisti ed ottusi, pretendendo di sapere sempre e comunque cosa è bene e cosa è male. e trovando una cura per ogni intollerabile "deviazione".
Pellicola di buon livello, grazie anche alla valida prova della protagonista, l'eccellente Chloe Grace Moretz, dolce ed ostinata nella stessa misura, a cui si affianca validamente la tenace Sasha Lane apprezzata particolarmente nel compatibile American Honey di Andrea Arnold.
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