Regia di Desiree Akhavan vedi scheda film
La regista Desiree Akhavan dimostra di saper affrontare con sensibilità ed intelligenza una tematica dura, confezionando un racconto di formazione che, grazie ad una sceneggiatura ricca di ironia riesce a trovare giusto equilibrio tra dramma e leggerezza, tra il trauma della repressione della propria identità e l'afflato di libertà adolescenziale
XIII FESTA DEL CINEMA DI ROMA(2018)
Presentato alla 13° Mostra del Cinema di Roma due giorni prima di Boy Erased di Joel Edgerton, altra pellicola sul tema delle “terapie riparative”, The Miseducation of Cameron Post è il lato più indie del dittico, premiato al Sundance, ma anche il più sfaccettato e brillante.
Siamo nel 1993, quando nell’America neoclintoniana i matrimoni gay erano ancora da venire e il dibattito sui diritti civili lgbt faceva ancora fatica ad affermarsi. Cameron è una ragazza rimasta orfana, che viene sorpresa dal fidanzatino mentre amoreggia in macchina con l’amica e, di conseguenza, viene inviata dalla famiglia religiosa in una comunità di recupero per giovani omosessuali, la God’s Promise, immersa ed isolata in una natura incontaminata, dove una misconcezione psicologica dell’omosessualità si fonde con dogmi religiosi che la bollano come peccato.
In questo inconsueto collegio gli “studenti” rinunciano al loro diritto alla privacy, gli amministratori li perquisiranno, leggeranno la loro posta e potranno entrare nelle stanze di notte con una torcia per assicurarsi che non agiscano, soli o accompagnati, sulle loro pulsioni da reprimere. Tuttavia non c’è apparente violenza: la direttrice e i tutor , meno truci e minacciosi di quelli di Edgerton, si presentano in maniera sorridente, come alleati che offrono aiuto ai giovani per liberarli dalle loro tendenze peccaminose. Ma la violenza non è solo quella fisica, anzi quella mentale psicologico-emozionale è certamente più insidiosa e dannosa per chi la subisce, soprattutto in età così giovane.
La “diseducazione”, che è la serie di abusi psicologici a cui Cameron e i suoi compagni di sventura vengono sottoposti in quel tossico ambiente, non è però una discesa oscura ed irrimediabile agli inferi, in quanto, in quello che è soprattutto un racconto di formazione, la protagonista saprà tessere rapporti profondi con almeno alcuni degli altri ragazzi, principalmente un ragazzo nativo americano che si definisce “due spiriti” e una ribelle coi dreadlock che si fa chiamare Jane Fonda, per trovare insieme la forza di spezzare le catene della prigione mentale in cui sono rinchiusi.
La regista Desiree Akhavan dimostra di saper affrontare con sensibilità ed intelligenza una tematica dura, confezionando una pellicola che , pur non avendo a disposizione il cast stellare ed i mezzi delle grandi major di Edgerton, grazie ad una sceneggiatura ricca di ironia riesce a trovare un miglior equilibrio tra dramma e leggerezza, tra il trauma della repressione della prioria identità e la spensieratezza e l'afflato di libertà adolescenziale, posando uno sguardo ironico e persino luminoso su una realtà tanto triste.
Pr quanto riguarda il cast, Chloe Grace Moretz incarna in maniera eccellente la spaesatezza e la resilienza di Cameron , mentre, tra i ruoli di supporto, si distingue una bravissima Jennifer Ehle, nel ruolo della gelida e castrante direttrice Dott.ssa Lydia, mentre John Gallagher Jr. è il Rverendo Rick, fratello di Lydia, “ex gay” che dovrebbe rappresentare la prova vivente del buon funzionamento delle teorie “riparatrici”.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta