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Mistero a Eloise

Regia di Robert Legato vedi scheda film

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La recensione su Mistero a Eloise

di undying
2 stelle

Prevedibile, confusionario e banale horror ospedaliero. Ambientato nel reale manicomio di un tempo (in Michigan) che da titolo al film.

 

P.J. Byrne

Mistero a Eloise (2017): P.J. Byrne

 

Jacob (Chace Crawford), a seguito del decesso del padre avvenuto per suicidio, viene convocato da un notaio. Per entrare in possesso dell'eredità, stimata in circa 1,2 milioni di dollari, deve dimostrare che la zia Genevieve (Nicole Forester), scomparsa a seguito di un incendio mentre era ricoverata in una clinica psichiatrica, è davvero morta. Con il supporto di Scott -un esperto della "casa di cura" denominata Eloise- sua sorella Pia (Eliza  Dushku) e l'amico Dell, si introduce in vecchio edificio, abbondato dal 1982 a seguito dell'incidente. L'obiettivo è quello di rintracciare il certificato di morte di Genevieve.

 

Eliza Dushku

Mistero a Eloise (2017): Eliza Dushku

 

Dopo avere gravitato per lunghi anni attorno all'universo cinematografico, prevalentemente come tecnico degli effetti speciali, Robert Legato, a sessant'anni suonati, decide di esordire in regia. Data l'età ci si sarebbe aspettato un film maturo, lontano dalla più convenzionale confezione per teenagers, magari più curato nei dettagli. Purtroppo invece, complice la brutta sceneggiatura di Christopher Borrelli, realizza il solito dimenticabile horror con protagonisti irrazionali, ambientato in un ospedale infestato. Ospedale peraltro realmente esistito, in Westland (Michigan) e dal nome che da titolo al film. Dopo un incipit che -con effetto spoiler- da spiegazione del finale (!!!) Eloise prosegue per circa un'ora tra logorroici dialoghi e psicologie dei protagonisti al limite dell'infantile.

 

Eliza Dushku

Mistero a Eloise (2017): Eliza Dushku

 

Il debole movente che spinge i quattro nel manicomio abbandonato (trascorsi alcuni mesi dovuti alla burocrazia, Jacob avrebbe comunque avuto tra le mani il prezioso certificato) indispone fin dal principio. E in generale non aiuta a sopportare meglio la visione una regia confusionaria e indebolita dal fastidioso effetto videoclip. Tagli fatti con l'accetta, brevissime sequenze intercalate -come flash- dal passato: tutto contribuisce a rendere inguardabile il girato. La mezz'ora finale poi, ormai calata nell'impossibile, tipo uno dei peggiori episodi de Ai confini della realtà, ci propone un incredibile sovrapporsi di eventi tra passato e futuro. Non ha più senso, a questo punto, cercare di capirci qualcosa, e il finale sprofonda nell'allucinante ipotesi di un viaggio nel tempo. L'unico personaggio interessante, il perverso e sadico dottore H. H. Greiss, resta in scena per pochi minuti. Da vedere, se proprio lo si desidera, con pressione continua sul tasto fast forward, a velocità minima di 10X.

 

Robert Patrick

Mistero a Eloise (2017): Robert Patrick

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