Regia di Marina Ripa di Meana vedi scheda film
L'antitesi di "Arrapaho", senza dubbio. Ma quello che nel film (?!) di Ciro Ippolito non aveva la minima pretesa di esser preso sul serio, qui addirittura ha la spudoratezza di pararsi dietro ambizioni intellettualoidi pronte, però, a sfociare nella velleità più eclatante, affondando in un oceano di volgarità da non poter non stimolare la risata, tant'è osceno (la battuta più lapidaria? "Non si cambia un uomo come un assorbente." Slurp!). Il fatto di essere stato finanziato dal famigerato articolo 28, poi, trashende ogni barriera dell'umana immaginazione. Dobbiamo aggiungere che a rendere anche più intrigante l'operazione sia la presenza della sempre nobile Ripa di Meana alla regia? Direi proprio di sì.
PS. Cosa ci fa Kid "Endicott" Creole in questa galera?
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