Regia di Marina Ripa di Meana vedi scheda film
Una donna in carriera e un prostituto fuggono, inseguiti dalla ex di lui, che ha già precedenti penali e vuole ucciderlo. Turbine di sesso e di violenza.
Gente che fa sesso. Altro sesso. Una battona nana investita da un camion. Sesso, sesso. Anita Ekberg nel pieno della sua senilità che armeggia con una pistola finta. Gente che fa sesso, in maniera sempre più esplicita. Difficile trovare qualcosa di buono in questa pellicola, se non si è onanisti da strapazzo amanti del trash a tutto vapore. Sia il Farinotti che il Mereghetti avvertono inoltre - con comprensibile preoccupazione - che il film ha ricevuto il contributo ministeriale destinato alle opere di particolare valore artistico: scandalizzarsi è il minimo, ma rassegnarsi è d'obbligo alla lettura del nome della regista e sceneggiatrice (opera prima e ultima): Marina Ripa di Meana. Improvvisatasi cineasta dopo aver fornito al grande schermo l'ispirazione per due pellicole con altrettanti romanzi autobiografici (I miei primi 40 anni, Carlo Vanzina, 1987; La più bella del reame, Cesare Ferrario, 1989), la ex signora Punturieri imbastisce alla bell'e meglio una storia di porcellate disparate in forte odore di maschilismo (come nel suo stile, nulla di nuovo), dalla trama evanescente, condita da dialoghi superbanali e situazioni stereotipate da fumetto softcore degli anni Settanta. In aggiunta non si può tacere la (non pessima, ma) mancante direzione degli attori, lasciati a loro stessi con i risultati che si possono immaginare, quantomeno se si considera che al centro del cast troviamo la giovane e acerba Eva Grimaldi; fra gli altri interpreti: la già citata Ekberg, Florence Guerin, Burt Young, Debbie Lee Carrington, Piero Piccioni (!) e il cantante Kid Creole in uno dei suoi rari impegni su un set cinematografico. Ma qui, davvero, di cinematografico c'è poco o niente; la seconda ipotesi pare anzi la più sensata. 1,5/10.
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