Regia di John Carroll Lynch vedi scheda film
La pacifica vita di un novantenne in un paesino americano è turbata da un piccolo incidente domestico, a partire dal quale l’uomo comincia a cambiare mentalità.
Un’eccellente prova d’attore per il novantenne Henry Dean Stanton, il coronamento di una carriera ultrasessantennale; ma al di là della commovente dedizione dell’interprete e di una vaga inquietudine di sottofondo che permea l’intera storia, di Lucky cosa rimane? Poco o nulla, purtroppo: suggestioni, stimoli appena accennati e immediatamente sopiti, nel copione scritto da Logan Sparks e Drago Sumonja. Una storia troppo lineare e con pochi personaggi e ancor meno azione, fatta di sottintesi e narrata in levare; un film a suo modo comunque snello, della durata di neppure un’ora e mezza, che può vantare fra gli altri elementi centrali del cast anche la partecipazione di David Lynch, effettivamente non molto attivo come attore (ma qui efficace quanto basta). Sarà stata forse l’omonimia con il regista a convincerlo a prendere parte al film? John Carroll Lynch, dal canto suo, è un attore piuttosto quotato e con un quarto di secolo di carriera alle spalle, quando decide di passare per la prima volta dietro la macchina da presa e, gli va riconosciuto, lo fa per un’opera non banale, forse incompiuta, ma confezionata con la dovuta cura e non priva di interesse. 5,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta