Regia di Alberto Grifi vedi scheda film
Alberto Grifi si avventura al Festival del proletariato giovanile che da qualche anno si tiene a Milano, al parco Lambro, per intervistare alcuni dei presenti e capire meglio cosa li spinge lì e per quale motivo si riuniscono.
Questo non è il film di Woodstock, in alcuna maniera: la musica occupa un ruolo meno che marginale ne Il festival del proletariato giovanile al parco Lambro – sebbene sia il piatto principale del menu di tale evento – e ciò che interessa principalmente al regista Alberto Grifi sono le motivazioni che hanno spinto in quel luogo i tantissimi giovani presenti: i loro sogni, le loro rivendicazioni, le loro proteste e le loro speranze. Spesso lo sguardo di Grifi è semplicemente impietoso: respinto dalla maggior parte dei partecipanti al ritrovo, forse tenta una piccola e personale vendetta lasciandoli parlare a ruota libera e dimostrando in tal modo la pochezza (o nullità) delle loro idee; l'atteggiamento del regista è però da interpretare in chiave antropologica innanzitutto, come se stesse affrontando un reportage in una giungla o in qualsiasi ambiente ostile. Girato in maniera poveristica, in parte a colori e in parte in bianco e nero, il documentario dura poco meno di un'ora e la sua vera protagonista è Paperina (vero nome Stefania Maggio) che interviene verso la metà e soprattutto nel finale con un linguaggio di strada, vero e crudo (ma non mancano neppure le bestemmie, da parte di qualche altro intervistato). In secondo piano rimangono gli artisti che si esibivano in quella edizione del festival: Eugenio Finardi, Alberto Camerini e gli Area, tra gli altri. 5/10.
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