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Galveston

Regia di Mélanie Laurent vedi scheda film

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La recensione su Galveston

di alan smithee
6 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

In pieni anni 80', Roy (Ben Foster) fa il killer al soldo di un arrogante boss locale (Beau Bridges) nella periferia di New Orleans. Incallito fumatore, accusa dolori ai polmoni e, da un esame, risulta gravemente compromesso nella salute, non fosse che, spazientito, decide di lasciare l'ambulatorio senza ascoltare i consigli e le parole del dottore, convinto di essere vicino alla fine.

Scopre nel frattempo che il suo capo vuole levarselo dai piedi, ed in questo campo una simile mossa non significa esattamente ritirarsi con la buona uscita, ma piuttosto attendersi una pallottola in fronte in un agguato imminente. Pertanto, convinto di non aver più nulla da perdere, decide di far lui la prima mossa, recandosi in persona dal suo ex capo. Giunto a destino, si scontra contro gli scagnozzi del boss riuscendo ad avere la meglio, e si convince a portare con sé una bella e giovane prostituta "in punizione" presso l'ufficio del capo. Costei, che potrebbe essere sua figlia, saputo che l'uomo è diretto nella città natale di Galveston, gli chiede come favore di fermarsi a salutare la sorellina ancora bambina.

Finiranno per essere in tre in fuga, inseguiti dal boss furente e sottoposti allo sguardo malizioso e giudicante di tutti coloro che i tre fuggiaschi incrociano lungo la strada.

La resa dei conti sarà tragica, ma la soluzione finale dovrà aspettare ben vent'anni e un tornado in arrivo, per risolversi completamente.

L'avventura americana della bella e bionda attrice, ma pure regista europea ma cittadina del mondo, Melanie Laurent, prosegue all'insegna del noir sfruttando un romanzo di Nick Pizzolatto, anche autore dello script che evita di spiegare nei dettagli, procedendo con una narrazione deduttiva che coglie lo spettatore anche a ritroso, quando verso la fine, si procede a tirare le somme di una storia cupa e senza speranza.

L'atmosfera tesa funziona, così come l'ambientazione che vede un motel di Galveston al centro degli spostamenti dei tre fuggiaschi, e teatro che accoglie anime erranti ed inquiete, sempre sul punto di scoppiare in azioni tremende al di fuori di ogni ordinaria plausibile aspettativa.

La direzione della Laurent appare formalmente impeccabile, senza particolari slanci, impegnata a sfruttare soprattutto la positiva alchimia che si crea tra la strana coppia formata da Ben Foster e Elle Fanning, grandissimi, iconici, più potenti del tornado che si sta abbattendo fragorosamente sulla città che dà il titolo alla pellicola, e sufficienti a traghettare il piccolo noir su una sponda protesa a salvarlo dalle insidie e dalle incertezze.

 

 

 
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