Regia di Mélanie Laurent vedi scheda film
Storia tipica, da ballata outlaw di qualunque bravo "troubadour" texano, "Galveston" non sfugge ai cliché del genere ma riesce ad acquistare profondità e bellezza mano a mano che la storia si svolge. E' chiaro che la regista francese, con un palmares mediocre, è aiutata molto da Nic Pizzolatto, uno degli sceneggiatori principali per quello che riguarda questo genere di racconti del sud degli States, uno che ha sfornato quel capolavoro che è "True Detecetive", che le adatta un suo racconto e complici due bravi attori come Ben Foster e Elle Fanning, il risultato lo porta a casa con bravura, senza strafare e senza alzare la soglia glicemica quando il film rischia di andare in quella direzione. Un classico racconto di perdenti, nel sud violento e senza legge, tutto motel e piccoli delinquenti, prostituzione e violenze private e fuggitivi e highways che portano da un buco di città ad un'altra, senza futuro e con ben poca speranza. Luminose le scene davanti all'oceano di Galveston, che contrastano bene con le immagini cupe e buie dell'interno del Texas. Tutto bene, quindi, ogni personaggio sta bene dove sta e ognuno ci crede, per un film svelto, mai troppo pesante, che si guarda con molto piacere. Siamo lontani anche dalla possibilità che "Galveston" diventi un film di culto, ma poco importa: è come una canzone minore di Blaze Foley (che per un attimo risuona nella colonna sonora) o di Guy Clark, e che quindi è un bel sentire (o vedere).
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