Trama
Roy Cady, assassino di New Orleans, scopre di avere un cancro ai polmoni. Prima che il cancro lo faccia fuori, Roy scopre che il suo ex capo ha deciso di estrometterlo dagli affari e di eliminarlo del tutto. Senza nulla da perdere, salva la prostituta minorenne Raquel "Rocky"Arceneaux, si lascia convincere a prendere anche la piccola sorella di lei e si dà alla fuga. Inseguito, si dirigerà verso la sua città natale per mettere in atto il suo piano di vendetta e redenzione.
Approfondimento
GALVESTON: IN CERCA DI REDENZIONE
Diretto da Mélanie Laurent e sceneggiato da Nic Pizzolatto (a partire da un suo stesso romanzo), Galveston racconta del particolare legame che si crea tra un assassino e una giovane prostituta. L'anno è il 1988 e per Roy, piccolo gangster di New Orleans, i tempi sono piuttosto duri. Lo stesso giorno in cui scopre di avere un cancro ai polmoni si salva la pelle sfuggendo alla trappola ordita dal suo stesso boss, Stan.
In fuga, Roy porta con sé Rocky, una prostituta adolescente che salva dalle mani di Stan e dei suoi scagnozzi. Roy e Rocky intraprendono così una fuga verso Galveston, un luogo in Texas legato al misterioso passato dell'uomo. Lungo la strada, Rocky convince Roy a fare una sosta finendo con portare con loro anche Tiffany, la sorellina di tre anni che Rocky strappa via al patrigno.
Vivendo per un periodo in un fatiscente motel popolato da gente dalla discutibile morale, il trio forma un legame molto diverso da qualsiasi altro sperimentato prima da Rocky e Roy. Mentre da un lato ha bisogno di chiudere definitivamente i conti con Stan, dall'altro lato Roy vorrebbe assicurare a Rocky e Tiffany un futuro migliore ma i pericoli, quando si ha alle spalle un'esistenza travagliata, sono sempre all'orizzonte.
Con la direzione della fotografia di Arnaud Potier, le scenografie di Lisa Myers, i costumi di Lynette Meyer e le musiche di Marc Chouarain, Galveston viene così descritto dalla regista: "Quando mi sono avvicinata per la prima volta a Galveston, la storia scritta da Nick Pizzolatto (l'autore di una serie cult come True Detective), ho amato il suo spirito da storia americana. Per questa ragione, mi ha affascinato l'idea di portare il mio modo di vedere europeo nella trasposizione cinematografica. Fare un film americano in puro stile francese mi è sembrato come far incontrare due culture tra loro molto diverse e farle sposare, creando qualcosa di unico.
Galveston è un film di genere che al suo interno presenta lo studio psicologico di due personaggi. Si tratta di una storia che non era pensata per me ma che mi è stata regalata dai produttori, gli stessi di Take Shelter, che hanno creduto nelle mie possibilità. A me che sono anche attrice mi viene chiesto spesso che differenza passi tra recitazione e regia. Sono per me due amori diversi: recitare è come incontrare qualcuno e vivere con lui una grande passione mentre dirigere è come partorire un figlio".
Il cast
A dirigere Galveston è Mélanie Laurent, regista, attrice, sceneggiatrice e cantante francese. Nata nel 1983 a Parigi da una famiglia ebraica di origini tunisine e polacche, sin da piccola ha conosciuto l'ambiente del mondo artistico per via del padre doppiatore e della madre insegnante di danza. Ha cominciato a… Vedi tutto
Note
Da un romanzo di Nic Pizzolatto.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
E' un film di "regia" più che di "sceneggiatura". E' l'arte della Laurent a salvare dalla mediocrità questo racconto basato sui soliti contenuti a base di violenza e perversioni sessuali e forse anche un finale meno scontato del solito.
commento di bombo1L'incontro tra due anime in pena con disagi esistenziali,un buon film che consiglio a tutti e una brava Elle Fanning.
commento di ezioTecnicamente buono, sciocco nei contenuti e nei dialoghi.
commento di gruvierazPur con buon ritmo e senso del dramma che si alimenta, come gli uragani,dal tepore e della stagnante aria del sud,il film della Laurent è un concentrato di luoghi comuni e schematismi narrativi che soffre gli scompensi di uno script a velocità variabile e di un finale di roboante tragicità che ne vorrebbe chiudere definitivamente il senso.
leggi la recensione completa di maurizio73