Che senso ha dedicare un film a una sala cinematografica e a chi la gestisce quando la fruibilità del cinema si avvia a perdere le sue caratteristiche di esperienza collettiva per diventare consumazione puramente solipsistica, consumata tra le pareti di casa e sullo schermi di smarthphone e pc? La ragione sta nel fatto che il Mexico di Milano e Antonio Sancassani, il proprietario che da più di trent’anni se ne occupa, costituisce un sodalizio artistico - per le competenze assunte da quest'ultimo nella selezione dei lungometraggi - e commerciale, unico o quasi nel settore in questione. Assurto alle cronache nazionali per l'exploit ottenuto con la programmazione record di “Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti, rimasto sugli schermi della sala di via Savona per oltre due anni, il Mexico era noto ai cittadini milanesi per ospitare dall'inizio degli anni 80, ogni venerdì da novembre a giugno, il “Rocky Horror Picture Show”, cult movie proiettato con tanto di esibizione di attori e ballerini che si esibiscono replicando dal vivo e in contemporanea le gesta di Tim Curry e Susan Sarandon.
Fatti, questi che da soli non giustificherebbero l'operazione messa in piedi da Michele Rho, regista di "Mexico!Un cinema alla riscossa" se non fosse che Sancassani rappresenta insieme a Silvano Agosti (deus ex machina del romano Azzurro Scipioni) l’emblema di un cinema resistente ai meccanismi di monopolio del circuito ufficiale, quelli che ogni settimana decidono - in base a calcoli di tipo mercantile - la visibilità o meno di un determinato film. Il Mexico infatti, grazie all’encomiabile lavoro dell'instancabile factotum mette a disposizione i suoi spazi a quei titoli, soprattutto italiani, che altrimenti sarebbero costretti all’oblio distributivo, scegliendo, con la perizia maturata in anni di esperienza sul campo tesori più o meno nascosti. Senza fare la lista dei registi che nel corso degli anni hanno beneficiato delle intuizioni del vitale protagonista, quello che emerge nel corso di “Mexico!, un cinema alla riscossa” è l’esempio di un connubio tra arte e vita che Sancassani traduce nella forza di portare avanti un'attività resa rischiosa dalla progressiva disaffezione dello spettatore ma anche per le conseguenze di un indipendenza che sul piano pratico si traduce nella certezza di non poter contare sui titoli più appetibili e remunerativi. Organizzato come una lunga intervista, inframezzata da materiale di repertorio e testimonianze di colleghi e addetti ai lavori (tra i quali Luca Bigazzi, Isabella Ragonese e lo stesso Diritti) "Mexico!Un cinema alla riscossa" oltre all'esemplarità dei contenuti può contare su un personaggio che paradossalmente sembra nato per stare davanti alla macchina da presa.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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