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Boy and Bicycle

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Boy and Bicycle

di alan smithee
7 stelle

locandina

Boy and Bicycle (1965): locandina

Sono trascorsi quasi sessant'anni dall'esordio dietro la macchina da presa, avvenuto nel 1965 con questo schietto, accattivante e nostalgico Boy and Bicycle.

Ambientato nella natia cittadina inglese di Hartlepool, nel nord-est dell'Inghilterra, questo cortometraggio di poco meno di mezz'ora racconta la giornata del compimento dei primi sedici anni di un ragazzo un po' pigro, che, al raggiungimento di quella fatidica età, un tempo indicativa del raggiungimento della maggiore età, si sveglia nella sua camera a seguito del trambusto casalingo degli altri componenti che si preparano ad affrontare una nuova giornata.

Dopo la levataccia tutt'altro che scontata, una colazione un po' frettolosa, il giovane (è Tony Scott, compianto fratello minore di Ridley, all'epoca diciannovenne, fratello di Ridley, pure lui noto regista, soprattutto di blockbuster un po' grossolani come Top Gun, Revenge, Giorni di tuono e Beverly Hills Cop II, ma pure di action solidi e dignitosi quali L'ultimo boyscout, Nemico pubblico e Spy game, oltre alla chicca pulp Una vita al massimo) decide di marinare la scuola.

Girovaga senza meta con la sua bicicletta, soffermandosi sulle vetrine di dolciumi che espongono delizie irresistibili, e poi si dirige verso il mare. La marea si ritira, ed il giovane scorge un vecchio capanno di pescatori, presso cui si dirige curioso.

Si troverà improvvisamente dinanzi il viso coriaceo, rugoso e spettrale di un vecchio marinaio, che lo indurrà alla fuga dopo un brivido da spavento che coinvolge pure lo spettatore.

Finanziato all'epoca dal British Film Institute, che ora lo conserva come un prezioso baluardo, Boy and bicycle è uno straordinario piccolo film d'esordio che spazia dalla poetica introspettiva legata all'età giovanile, alla dinamica dell'effetto sorpresa e suspence, alla descrizione d'ambiente che si traduca in immagini ad effetto: quasi si trattasse, come in effetti si tratta, di un trattato teorico e didattico che trae spunto da condizioni di vita e personali del tutto reali, in grado di mettere in mezzo anche la famiglia del regista.

Le azioni sono commentate da una voce fuori campo dello stesso Tony, che suona come un pensiero che si palesa sullo spettatore.

La musica gradevole la firma di John Barry.

Riprese ardite che denotano una vocazione marcata per la ripresa ad effetto e la capacità di cogliere il senso dell'azione e del movimento.

Tutte doti che permetteranno a Scott, dopo un decennio dedicato a "farsi le ossa" nel marketing pubblicitario, di esordire già un po' maturo ma col botto, con le sue prime tre opere indimenticabili e tutte cult assoluti (I duellanti, Alien, Blade Runner).  

 

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