Regia di Armando Iannucci vedi scheda film
Morto uno Stalin, se ne fa un altro!
Visto al TFF 35, film in concorso.
La morte di Stalin nel 1953 scatena la guerra di successione fra i vari componenti del Comitato Centrale.
Il film è la ricostruzione tragicomica, in cui prevale il tono grottesco, degli eventi avvenuti dalla morte fino ai funerali, periodo durante il quale la iniziale ascesa del ministro Berja, nonché capo della polizia segreta minacciosamente dotato di dossier su ognuno dei suoi colleghi, viene drammaticamente arrestata dopo che Molotov e Kruscev si coalizzano contro di lui.
La sceneggiatura tenta di far emergere da un lato il clima di terrore e paranoia collegati al timore di pronunciare una parola fuori-posto o di finire oggetto di una qualunque delazione; mentre dall'altro disegna la lotta per il potere a qualunque costo. Il rischio è che, trattando di un momento storicamente così controverso, lo si affronti solo negli aspetti superficiali e si usi lo strumento delle ellissi e paradossi per far risaltare comicamente i pur tragici avvenimenti.
Le battute non sempre sono riuscite e lo humour nero non sempre risulta efficace; ma è memorabile la scena iniziale in cui viene fatta richiesta al direttore di Radio Mosca, che sta trasmettendo un concerto da camera dal vivo, di portarne una registrazione a Stalin, quando il concerto è ormai concluso. Guardare cosa combina il direttore pur di accontentare il suo Presidente...
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