Regia di Hany Abu-Assad vedi scheda film
L’aereo di Alex e Ben è stato cancellato. I due non si conoscono ma hanno in comune la destinazione d’arrivo: Denver. Lei per sposare l’uomo della sua vita, lui per operare un bambino. Decidono così di affittare un aereo privato e dividerne la spesa. Ma la tempesta che aveva impedito all’aereo di linea di volare non li risparmia e i due sconosciuti si troveranno dispersi sulle montagne innevate.
Non bisognerebbe mai farsi beffa del destino. E non lo dicono solo gli scaramantici! La vivace fotoreporter Alex però è una di quelle persone evidentemente non abituate a cambiare i propri programmi, a tal punto che crede, anche solo per un attimo, che l’allerta meteo che ha impedito ad un boing di viaggiare possa non riguardare un piccolo velivolo che, secondo il suo poco modesto parere, aggirerebbe la tempesta imminente.
La cosa ancora più assurda però è che a farsi coinvolgere nel suo piano fallimentare saranno anche uno stimato medico e il pilota dell’aereo che, dall’alto della sua esperienza, non pensa minimamente di dissuadere la donna dai suo intendi suicidi.
Bypassando l’assurdità con cui si svolge l’incipit di questa pellicola, che basterebbe a disegnare l’insuccesso ascendente dello svolgimento, ci si mette anche la svolgimento della trama a rendere le cose più complicate e difficili da comprendere. Si inizia con un film definiamolo d’avventura che, ad un certo punto, ignora il contesto e si concentra sull’infatuazione che nascerà tra i due protagonisti e che finirà per esserne poi il filo conduttore della narrazione, conducente al finale smielato e intollerabile.
Se è possibile comprendere l’alchimia che nasce tra due persone che vengono coinvolte in un dramma ai limiti della morte, risulta inverosimile comprendere la passione che sfocia tra i due, in condizioni umanamente precarie, ai limiti della sopravvivenza. A chi verrebbe in mente di andare al letto con il co-protagonista quando probabilmente morirai tra qualche giorno? Sarebbe davvero un pensiero e una necessità primaria?
E passi pure la considerazione che ci ricorda che il cinema è fantasia e immaginazione e che non sempre ciò che vediamo deve avere un senso, resta comunque la costruzione di un contesto drammatico estremizzato, che finisce per cozzare con il romanticismo che aleggia nell’aria già pochi minuti dopo l’incidente che causerà il loro vagare sulle montagne erte e innevate.
Hany Abu-Assad dirige una Kate Winslet (il mistero vero e proprio è il motivo che l’ha convinta ad accettare questo ruolo) sottotono, che comunque fa meglio del suo collega Idris Elba capace di risultare interessante solo a dorso nudo (in una abbandonata baita di montagna con gli infissi decadenti e un solo misero camino a riscaldare il tutto, mentre fuori imperversa la tempesta e ci sono due metri di neve), in un film mediocre capace solo di solleticare l’interesse dello spettatore medio che, hai visto mai, magari si commuove anche sul finale forzatamente romantico.
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