Regia di Hany Abu-Assad vedi scheda film
Il domani tra di noi è uno di quei film che apprezzo perché dopo la sua visione, nonostante sia difficile riordinare le idee e sia difficile descrivere le emozioni provate, ti lascia una sensazione bella, un mix tra sentimento e amore. Il risultato del film è tutto nel finale. Dopo un lungo viaggio, infatti, la regia è stata perfetta nel trasmettere gli stati d’animo dei due protagonisti. Lo spettatore, dopo aver assistito al lungo percorso drammatico, disperato, di sopravvivenza, di vita di Alex e Ben alla fine si ritrova con i loro stessi dubbi, con i loro stessi sentimenti contrastanti: “sarà vero amore?”, “è un attaccamento quasi di riconoscenza con l’altro solo perché mi ha aiutato o è amore?”, “riuscirò ad andare avanti senza di lui/lei dopo che mi ha salvato la vita?”… sono queste tutte le domande dei protagonisti e che la regia è riuscita a far provare allo spettatore: i protagonisti si ritrovano in una situazione di emergenza, del tutto estraniati dalla realtà e dal mondo e la rispettiva ancora di salvezza è l’altro. Un legame che potrebbe essere anche l’ultimo, così come ogni momento di vita in una situazione così estrema potrebbe anche essere l’ultimo. E la regia e gli attori sono stati perfetti nel rappresentarci queste sensazioni. Sensazioni altamente astratte che diventano concrete.
Generalizzando, la pellicola presenta tre generi in uno: drammatico, sopravvivenza e sentimentale. Sicuramente dei tre, il genere che mi ha trasmesso di più, il genere più difficile da realizzare ma che alla fine ti lascia quella sensazione tra lo smarrimento e il vero amore, è stato il genere sentimentale. Un sentimento che non viene presentato in modo sdolcinato, fantasioso e irrealistico. Ma un sentimento inizialmente freddo che si rafforza giorno dopo giorno, che aumenta in modo direttamente proporzionale all’aumentare della stanchezza, della paura di non farcela e quel desiderio di vita che porta ad una vera lotta per la sopravvivenza non solo con le condizioni naturali che ti circondano ma anche con te stesso. E l’unica strada per la salvezza è l’appoggiarsi all’altro, la fiducia verso l’altro e l’amore. Quando, a turno, il freddo estremo e la stanchezza fisica spingono Alex e Ben ad arrendersi e impediscono di riuscire a pensare a chi hanno a casa che li aspetta, ecco che l’altro (seppur uno sconosciuto, seppur una persona con cui non hanno nessuna condivisione) diventa elemento concreto per continuare a lottare, un compagno di avventura che li segnerà per tutta la loro vita.
Un film dal ritmo lento che alla fine, nonostante un’ora e mezza di dramma, di lotta per sopravvivere, ti premia lasciandoti una sensazione piacevole difficile da descrivere ma facile da provare assistendo al film.
Pellicola senz’altro sufficiente
A tutti auguro un buon proseguimento e un buon cinema!
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